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sche fantasie. Ognuno di noi rammenta que’ beati giorni pieni di cari desiderii!

Lo sconscolato genitore vorrebbe torcere altrove il volto atteggiato a raccoglimento di dolorosi pensieri; vorrebbe non vedere quel dolcissimo capo, ma ogni umano accorgimento torna inutile per chi fece solenne patto coll’Onnipotente; il su cuore debb’essere chiuso a pietà. In questo atto il Grue ce lo rappresenta, e fa che ogni anima gentile sospiri per commiserazione del lagrimevole caso1

Ecco come il Cherubini descrive l’altro dipinto rappresentante una scena mitologica.

«Mi è accaduto di vedere, non ha gran tempo, un piatto, dentrovi rappresentato Sileno che festevolmente viene portato in trionfo per mano di molti satiri. Chiunque abbia l’occhio un po’ assuefatto alle cose delle arti, non potrà non esser preso dalla bellezza di questa scena silvestre. Nella quale il Grue diè splendida pruova di sicurezza di mano e di squisito giudizio di condurla, per i molti e difficili atteggiamenti in che gli convenne mettere quella dibaccante famiglia de’ satiri: de’ quali chi fa puntello del petto a sostener Sileno, chi si sobbarca colla schiena, chi incrociate le mani ne sorregge i piedi, e chi sgambettando al suon di cornamuse, precede la briaca cerimonia: uno ve n’ha in atto di scaricare da un paniere molta uva: tutti aventi verità di movenze, e col-

  1. V. Scritti artistici p. 8. — Chieti 1851.