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pittura pregiavasi l’altra detta a fuoco di muffola, o a riverbero, venne al giovine artista gran voglia d’impararla: e tanto fece con Saverio Grue, che l’indusse a insegnargli questa nuova maniera di dipingere a smalto. Fatto così pago il suo desiderio, con tanto zelo ed amore diedesi ad operare con siffatto metodo sulla maiolica, che videsi in breve salire in fama, ed i suoi lavori aversi in pregio ed esser cerchi da molti. Le persone distinte, che traevano alla sua patria, non mancavano di visitare l’officina di Gesualdo, e di lodare i suoi dipinti, ch’egli con mirabil franchezza alla loro presenza eseguiva: così divenne caro ed accetto a molti signori, tra’ quali piacemi rammentare il chiarissimo Marchese Dragonetti, che l’onorava di sua amicizia, ed affettuosamente gli scriveva1.

Essendo già gravato dagli anni, scrisse un trattatello sul modo di preparare i colori a smalto, acciò con lui non perisse il frutto delle molte sue fatiche; ed i figli per via più breve giungessero a toccar la cima di quest’arte difficilissima. Ma nè questi nè altri che gli vennero dietro, lo potettero raggiungere; perciò la pittura sulla maiolica con lui si estinse in Castelli a’ 15 di maggio del 1822.

I fiori e gli animali, e segnatamente gli uccelli e le farfalle sono i subbietti, che il Fuina prese d’ordinario a trattare. Le sue maioliche dipinte a fuoco di 24 ore portano per lo più segnato il suo nome: ma di esse po-

  1. V. Documento X.