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sue vaghe porcellane dipinte. Gesualdo Fuina, che rimase nella sua patria, imparato che ebbe il modo di preparare i nuovi colori, si volse ad applicare sulla maiolica la maniera che teneasi nel dipingere sulla porcellana; e riuscito nel suo proposito, mantenne in onore altro poco la pittura in Castelli.

Il Consiglio Generale della provincia teramana avendo molto a cuore le patrie manifatture, credè necessario, per migliorare le maioliche di Castelli, ravvivarvi la perduta arte di dipingere ed indorare: onde nel 1845 propose un premio di duc. 200 a favore di Gennaro Cioffi, antico pittore della fabbrica Reale, acciò imparasse la sua arte a due giovani castellani1. Poco stante nel 1847 l’Intendente Cav. Valia, dietro proposta del Decurionato approvata dal Ministro dell’Interno, fece venire da Napoli il valente artista Carlo de Simone (che per le sue belle pitture in porcellana avea colà meritato lode e premi), dandogli l’incarico di aprire in Castelli una scuola di disegno applicata alla maiolica2. Quantunque gli ammaestramenti e i consigli di questi valorosi fecero alcun poco rifiorire la pittura nelle nostre officine, pure videsi molto lontana da quella eccellenza, a cui un dì essa pervenne. Per la qual cosa il Consiglio, che non si stava sol contento a questo, non si è rimasto dal tentare altri mezzi: onde, come seppe che un giovinetto di Castelli mostrava grande at-

  1. V. Documento T.
  2. V. Documento U.