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i Picchi, gli Apolloni diedero con le loro pitture onore e fama alle fabbriche di Castel Durante. Girolamo Lanfranco, e Terenzio di Maestro Matteo dipinsero con molta lode in Pesato; Guido Selvaggio in Faenza; Giorgio Andreoli illustrò col suo pennello le maioliche di Gubbio: i fratelli Fontana quelle di Urbino.
Gli artefici castellani, non volendo rimanere spettatori oziosi, si diedero a seguir l'esempio di sì valenti pittori: ma quantunque molto si affaticarono, i loro dipinti non potettero contendere con quelli che misero fuori le mentovate città. La ragione fu manifesta, dappoichè quelle officine favorite da’ Principi si giovavano de’ consigli e de’ cartoni di Raffaello, de’ disegni di Battista Franco, e de’ conforti di tanti altri pittori, che allora fiorivano in quelle contrade, mentre le nostre fabbriche erano quasi abbandonate al caso, perchè guidate solo dal naturale ingegno di artisti cittadini.
La più antica pittura in maiolica fatta in Castelli, di cui si conosce l’epoca precisa, è quella che vedesi murata infra due porte nella vecchia casa Pompei. È un quadretto, alto circa un palmo, e largo mezzo, nel quale è figurata la Madonna col Bambino. In un lato sta notato l’ano 1551, e nell’altro leggonsi le lettere ORO con l’abbreviatura di sopra: le quali, a mio giudizio, vogliono dinotare che ne fu autore il padrone di essa casa Orazio Pompei. Questi esser dovea un artista pregiato nel suo tempo, poichè nelle antiche carte vien sempre appellato col nome di maestro: il qual titolo, come ognuno sa, davasi a que’ dì agli eccellenti pro-