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teis ec: e poichè con tutte le arti possibili non avea potuto mandare ad effetto i suoi disegni, veduta l’ostinazione di quei di Castelli, risolse nell’anno seguente di spedirvi una squadra di sue genti d’arme, per condurli all’ubbidienza con la forza. I Castellani sdegnati dalle troppe gravezze, adunatisi segretamente a consiglio, deliberarono far trovare a sì brutti ce ffiuna forte resistenza: e perciò ben armati, avendo alla testa il celebre pittore Francescantonio Grue, animosi si fecero loro davanti; e nel primo incontro venuti alle mani, taluni di quei bravi rimasero uccisi, vari feriti, e tutti gli altri battuti e sbaragliati. Ma poichè le ragioni e gli sforzi dei deboli poco valgono, pagarono essi a gran costo la loro prodezza. La corte marchesale, avuto nelle mani il Capo, e fatta inquisizione ne’ complici, cinquantaquattro cittadini notò come ribelli: de’ quali molti furono imprigionati e tenuti per otto anni, e gli altri pochi postisi in fuga furono costretti andar lungamente raminghi1. Dello sventurato numero dei prigioni uno fu il Grue, il quale mentre era rinchiuso nelle più spaventevoli carceri di Napoli, con acerbi versi sfogava lo sdegno di cui era tutto acceso2.

La patria dolente della fine infelice di questi suoi figli più coraggiosi che provvidi, volle prenderne vendetta col far noto al Vicerè in quali oppressioni e travagli essi viveano. Ne’ ventidue articoli di accuse leg-

  1. Di questo avvertimento si fa menzione nel Registro de’ diversi ordini ec: che conservasi nell’archivio comunali di Castelli.
  2. V. Documento A.