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Lo stesso Intendente, nel 1842, si volse di nuovo al Consiglio Provinciale con queste calde e vive parole:

«Ahi! parmi già vedere sulla cresta ove siede Castelli una turba affannosa e sbigottita di uomini, di donne e di fanciulli, accennando, le braccia a noi protese, aver d’uopo di aita per campare da quei precipizii che correndo in france, minacciano inghiottirli e subissarli con ciò che hanno di più caro. Per giunta, crollante la Magion di Dio, case abbattute, altre rovinate in parte ed in parte cadenti, inspirano terrore e pietà. Questo è il quadro desolante che spezza i cuori, ed al quale, vi giuro, niente ho aggiunto d’immaginario. Ma veggo già i vostri sembianti atteggiati a compassione, e le vostre labbra disposte ad efficacemente implorare salute a quella travagliata gente da lungo pianto disfatta.

Riandate le Sovrane Risoluzioni sui voti del Consiglio del 1840, e troverete in esse che mi fu commesso di cercare i mezzi non che il luogo ove edificare la nuova Castelli. Io non pretermetterò niente dal mio canto per eseguire quanto mi è stato comandato, ed ho già scelta una Commissione composta di soggetti chiarissimi, che si recherà tra poco in quella contrada, onde scegliervi, colla scorta dei precetti di pubblica igiene e di politica economica, il sito più acconcio per piantarvi il fabbricato. E qui mi ricordo che diceva un sommo Italiano: che niuna cosa è tanto degna di un ottimo Principe e di una ben ordinata repubblica, nè più utile ad una provincia, che l’edificare di nuove terre, dove gli uomini si possano per comodità della difesa, o della coltura ridurre. Ma per ciò eseguire fa mestieri apparecchiare grandissimi mezzi, giacchè, mette bene non dissmularlo, il fondare un paese è opera di gran momento, ed il solo buon animo di un Amministratore non fiancheggiato, è corto ed inefficace a cotanto imprendimento. Per mio senno, ecco come dovrebbe ordinarsi la bisogna. Si chiegga dal Consiglio Provinciale con franchezza e confidenza al Real Governo l’istituzine di una cassa di soccorso per l’innalzamento del novello Comune, dimandando che in questa si cumulino e facciano tesoro il protocollo della contribuzione fondiaria, l’altro del macino reale, e le tasse per la strada distrettuale e per le circondariali che si pagano da que’ naturali, e sieno queste somme, che potranno ascendere in ciascun anno a ducati 1800,00, unicamente spese per l’edificazione della nuova Castelli, impiegandole all’acquisto del suolo necessario, alla fabbrica della cancelleria comunale, ed alla creazione delle case dei poveri. S’implori pure che la Chie-