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var le ferite di Lui. Nell’altro vedesi un costume di zingari in viaggio; va innanzi un uomo armato di bastone, a cui stan sospesi alcuni polli; i quali ti fan subito correre alla mente le arti usate da que’ furfanti nel rubare quelle povere bestiole. Vengono appresso due donne, che per difendersi dal freddo, portano sulle spalle le coperte del letto a foggia di manti: esse cavalcano due giumenti gravi per gli anni, che per soprappiù son dannati a portare le masserizie di quella famiglia vagabonda. L’una giovane di aspetto, è con istudio acconciata; sul medesimo animale sta in groppa un fanciulletto, che fermo si tiene alle vesti di lei. L’altra con i capelli incolti e mal in arnese tiene stretto al seno un figliuoletto. La carnagione, le arie de’ volti, e le fogge di vestire danno molta verosimiglianza a questo dipinto. Parecchi graziosi puttini che intrecciano corone, formano un bellissimo ornato a questi due tondini.

MARTINIS (DE) SILVIO.

Di Tommaso de Martinis e Colomba Pompei nacque Silvio il dì 9 novembre del 1731. Attese ne’ primi suoi anni allo studio delle lettere, dopo di che fu dal padre avviato alla pittura in maiolica, nella quale valeva più che mezzanamente. Sotto la guida paterna, aiutato dal suo felice ingegno giunse ad intendere il fine dell’arte: sicchè giovane ancora fu chiamato in Napoli a dipingere nella Real fabbrica di porcellana. Mentre colà dimorava, il trasse vaghezza di vieppiù istruirsi nel suo mestiere; e