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suo figliuolo e discepolo, senza por tempo in mezzo, lo inviò in Roma. Quivi perfezionatosi negli studi del disegno, dopo non molto tempo fece ritorno in patria: dove applicatosi alla pittura in maiolica, venne ben presto in fama di valente. E sarebbe sicuramente pervenuto all’ultima cima della perfezione, se dalla morte non fosse stato còlto troppo immaturamente. Giunto appena al mezzo del cammino di sua vita, colpito di apoplessia, rese l’anima a Dio nel 1755, il dì 17 dicembre.

Le pitture di Francesco Saverio Grue rappresentano storie, costumi e scene di famiglia: esse sono stimate dagl’intendenti per la facilità e morbidezza del pennello, e per l’espressione delle figure. Faceva molto uso del giallo, e non soleva, per quanti lavori io abbia veduti di sua mano, apporre il proprio nome alle sue opere: solo ho letto il suo nome scritto a penna nel rovescio di alcune maioliche, dove forse vi fu scritto da chi ne fece l’acquisto. Quasi tutte le maioliche dipinte che si posseggono in Teramo dagli eredi della famiglia de Santi di Castelli, son di questo artista: dappoichè ho scorto da alcune memorie, che questo pittore dipinse per conto di detta casa quattro anni interi, per grana venticinque al giorno e le spese. Non cercava altro compenso che quanto gli bastava a vivere modestamente: tanta virtù seppe congiungere al suo valore nell’arte! lo conservo di lui due leggiadri piatti di circa mezzo palmo di diametro. In uno è figurato Cristo deposto dalla Croce, sostenuto da Giuseppe e da Nicodemo in quello che le pie donne stanno tutte intente a la-