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32 parte prima

vertenza, dovevano le parti ricorrere alla Congregazione medesima1.

Stretti i Padri del Collegio da queste obbligazioni molto precise, dissero che per allora non si trovavano in comodo: e il trattato fu sciolto2.

Se agli uomini fosse lecito entrare nelle più riposte intenzioni, si potrebbe pensare che que’ Padri, mettendo il parroco nella impossibilità di costruire la nuova chiesa, dopo fatta a loro la cessione dell’antica, tirassero ad avere eziandio la cura dell’anime; e così, educatori ad un tempo e parrochi, fra gli ecclesiastici non meno che fra i laici esercitare il loro infaticabile zelo.

Ma la notte dal 2 al 3 d’agosto dell’anno 1773, i Gesuiti sloggiavano dal Collegio Cicognini, e preti secolari l’andavano ad abitare. Dov’era la chiesa pubblica i nuovi reggitori costruirono un ampio teatro, in cui gli alunni nel carnevale si esercitassero alla recitazione, e fra l’anno si raccogliessero, col titolo di accademici Ineguali, in letterari trattenimenti. Dal sacro luogo pertanto furono remossi i mortali avanzi dei Padri e dei convittori defunti3, e nella chiesa di San Piero,

  1. Vedasi fra i Documenti, il n° X.
  2. «Questa moderazione, o, per meglio dire, questa chiara spiegazione fatta dall’eminentissimo signor cardinale Panciatichi fiorentino, prefetto della detta Congregazione del Concilio, messe in apprensione i reverendi Padri Gesuiti; i quali destramente e con bel modo si liberarono dall’impegno contratto con Sua Altezza Reale, e dissero che per al presente non potevano fare una spesa sì grave, ec.» Troiani, nel libro di Memorie citato.
  3. Nell’antica chiesa del Collegio, profanata nel 1776, era tumulato anche il sacerdote Francesco Fazzi con questa epigrafe:


    franc. fatio sacerdoti cvivs patrivm genvs e terrenovæ castro, maternvm ex hac civitate. hvivs viri pietatem et prvdentiam in novissimis intellige. moriens societatem iesv hæredem dixit ex asse. hoc loci collegii fvndamenta aperiri volvit, vbi mentes ivvenvm, manv obstetricante patrvm, ad vtramqve sapientiam formentvr. mortalis esse desit anno mdclviii. xvi kal. febr.