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vede altre province. Quì con molta diligenza si lavorava di lana, e si fabbricavano panni e di finezza e di durata

    vi trovano asilo; sicchè i pipistrelli, la talpa, i topi, gli arvicoli, i miossi e qualche raro topo-talpino sono gli abitatori delle nostre terre.
       Dugento e più specie d’uccelli venendo dall’Asia e dall’Africa, o scendendo da’ monti del settentrione, salutano due volte l’anno le nostre regioni. Non vi si arrestano che le razze sole frugivore. L’avoltoio non vi tiene albergo; lo sparviere si tien lontano; raro è il gufo notturno. I rampicanti abbelliscono soltanto le sale de’ ricchi; i trampolini e palmipedi, i quali dimorano ne’ remoti luoghi palustri e ne’ laghi, impinguano i mercati; i ruzzolanti popolano le case della minuta gente e del contadino; e di ogni altro che per bellezza di piume fa vagheggiarsi, si veggono adorne nobili uccelliere.
       Qui non isiriscia alcun velenoso serpente; rara è pure l’innocente natrice, che i più confondono con la vipera vera; vedesi frequente la lucertola delle muraglie; ma il volgo teme un altro piccolo rettile fra le domestiche mura, che certo non è velenoso benchè assai lucido, e di cui ha due generi, hemidactyhlus e ascalabotes, che van pure col nome di lucertole, cui quello aggiunge l’epiteto di vermenare o fracetane. La rana mangereccia vive ne’ prossimi stagni e nel Sebeto; tenendosi fuori della città il rospo o botta volgare, il verde ed il temporario. La greca tartaruga si trova quì condotta da’ luoghi fiuittimi; la lutaria non si ha che al lago di Patria, e la marina caretta non si accosta che di rado alla riva.
       Ci ha trecento e più specie di pesci che fanno ricco prodotto, non essendo quasi che alcuno che non sia buono a mangiare, o accomodato ad uso delle arti. Se per altro quì manca il pregiato storione, che picciolo e ben raro si vede, squisita trovasi la ricciola, la bocca d’oro e non meno buona la cernia, pingue la lunga ’famiglia degli spari, dilicata la triglia barbata volgarmente di morso, il molle merluzzo, le ben sapide e tenere sogliole volgarmente quì delle palaie: e ne’ periodi equinoziali copiosi gli scomberoidei generalmente graditi, i quali più sodisfano al nutrimento del popolo, siccome lo spadone (pesce spada), il tonno, lo sgombero,