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chè in quel tempo non v’era l’uso delle carrozze: oltre che s’usava d’abitare stretto di strade, per fortezza.

    radois, della Stella, della Cesarea, di Gesù e Maria, di S. Efrem nuovo, di Monte-santo, e di S. Leonardo (Chiaia) che tutti vedrai nella mappa correndo in giro da levante per borea e maestro sino a ponente; il che ti da una misura di ventun miglio e passi dugento, secondo il nostro Celano al 1692, o di miglia venti e mezzo, secondo il Carleitti al 1776.
       Traevano i Napolitani la somma de’loro traffichi al Molo e nelle vie interne, prossime alla marina. La strada di Porto serviva di principal mercato di commestibili, come il campo innanzi il Carmine e S. Eligio era la più gran piazza de’ rivenduglioli e de’cenciai. I mercanti di genere in grosso, lasciato il largo dell’Olmo nella regione Forcellense, si posero da prima a’ Banchi-nuovi, alle spalle del nobilissimo convento di S. Chiara, e di poi si strinsero tutti in quel del Maio, presso i Lanzieri e S. Pietro Martire. 1 fabbro-ramai erano allogati giù alle strade dell’angolo orientale del Pendino, una volta detta l’Inferno, di poi Pizzo-falcone, ora de’ Ramari. I magnani ebber preso l’altra ad oriente de’ramari, della degli Zappari. I coltellinai, gente tutta calabrese, presso la quale, prima che in Campobasso era il vanto de’ lavori in acciaio, furon messi in una stradetta ad angolo, a ponente del Pendino. A ponente ancora di essi eran già posti i mercatanti di orificerie, a settentrione de’ quali la lunga, tortuosa, angusta, bassa e sconcia strada che comincia al Pendino e termina a S. Pietro Martire, era, e fu ancor di più occupata da fondachi di telaiuoli, pannaiuoli e gallonai, che ve n’era una moltitudine da non si poter noverare. A lato della marina eran bottai, catramai, cordai, venditori di reti e di calce. I librai si dilungarono per S. Biagio, Nilo, e il Gesù Nuovo: i fabbricanti di cappelli montarono all’Anticaglie: i profumieri ed i merciai a’ Guantai vecchi: i calzolai a S. Nicola de’Caserti ed alla Corsea: i notai alla Pace. Era il palazzo vicereale alla estremità di Toledo: tribunali raccolti in Castelcapuano: il corpo di città ora in S. Lorenzo, ora in S. Agostino: gli studi in S. Domenico ed al Gesù vecchio: l’officina delle monete alla Zecca: i banchi a S. Eligio, alla Pietà, allo Spirito-Santo: le milizie nei castelli. Tutti gli spianati e le vie più grandi ser-