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pore non ha a chi cedere. Ha nelle spalle dalla parie d’Oc-

    furon corrotti con voci barbare, onde troviamo mutato il nome ad alcune delle antiche porte. Nella via di mare si cominciano a nominar tra le antiche carte degli archivi di S. Sebastiano e della Zecca (oggi nell’archivio generale del Regno) le porte di Posterula e delle Ferole o Ferola, che noi saremmo tentali d’interpetrar Falero, e se qui il luogo consentisse, recheremmo moltissimi esempi dì corruzioni di voci anticamente in altro modo pronunziate: ancora, porta Baiana fu detta Sposa-nuova, e la Licinia cangiata in Ventosa. A tramontana rinviensi Porta S. Gennaro e più sopra di questa la Porta-padronata forse l’antica Pavezia. La porta innominata verso S. Pietro a Maiella si disse di Donnorso o Orsitana. E qui cade in acconcio notare che il Celano l’addita per quella di Costantinopoli perchè d’appresso vista la chiesa dedicata alla Vergine sotto questo titolo. Oggidì per le belle opere d’ornato pubblico che la città ha fatto e sta facendo, come diremo, sotto gli auspici dell’Augusto Nostro Signore, questa porta fin dall’anno antipassato più non esiste. La porta-Campana, e poi regia, fu addimandata Capuana per la quale entrò Ruggiero la prima volta in Napoli nel 1140, poichè pacificatosi con Papa Innocenzo II, il trasse della prigione di Galluccio, e n’ebbe la investitura del regno.
       Il perimetro della città in sul mettersi la monarchia contava passi nostrali duemila trecento sessantatre, val dire due miglia napolitane e poco più d’un terzo. Questa misura fu tolta per ordine sovrano in tempo di notte come attesta Falcon Beneventano, vagheggiando il re in cuor suo il pensiero dei nuovo dominio. Ogni passo equivale a palmi sette, ed un antichissimo tipo di esso in bronzo puoi vederlo in cima della nave minore del duomo al corno del vangelo, incastonato nel muro del primo pilastro verso l’altare. E se del palmo napolitano hai pur diletto di osservare un modello, guardalo in marmo sul piedistallo del leone in fondo alla corte del palazzo della Vicaria dove troverai anche incavato nel sodo le antiche misure del vino e dell’olio.
       Opere regie — Guglielmo I di belli edifizi decorò la città, fortificandola, e protraendone il muro verso levante. Sono provvidenza di questo re Castel dell’uovo e Caslelcapuano , a cui presso riedi-