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Una corona; il secondo una mitra, con un bacolo pastorale attraversato.

       La disciplina del clero che già era in grande rinasciamento ricominciò a mettersi in qualche vigore sotto l’Arcivescovo Sergio III, il quale, fra le altre belle opere che fece, dettò una constituzione per sollevare i chierici dallo stato di miseria in che aveali trovato, e fu egli il primo, che, a preghiere dell’Abate Benincasa del monastero della Cava, emanasse una Bolla concedendo a’ monaci alcune esenzioni dall’autorità del Vescovo. Ma questi rialzamenti dell’ecclesiaslica disciplina non poteano aver durata, perchè le cose religiose seguivano le civili condizioni della città in quei tempi di riprovevoli abusi e di barbarie. Di maniera che nel collegio metropolitano, rottisi i Umili prescritti da S. Attanasio, si ammettevano indefinitamente suddiaconi, e davansi presbiserali e diaconali prebende anche a coloro che non erano insigniti di ordini sacri, con l’autorità di poterle cedere ad altri. Dopo lunghi anni di stato infelice la nostra Chiesa cominciò a risorgere e rialzarsi mercè lo zelo del Pontefice Gregorio IX e dell’Arcivescovo Pietro da Sorrento, il quale, spinto dal Papa, richiamò in tutto il suo vigore la disciplina del clero, riformò la vita monastica, fè risorgere gli Atti de’ Santi della Chiesa napolitana, e molte altre utilissime cose andò rimettendo nel primitivo splendore. Ma in quella che volgeva per la mente la riforma della Ecclesiastica polizia della sua Chiesa, dovè dar opera con tutto il poter suo a far argine a’ perniciosi errori, che, suscitatisi in Lombardia, cominciavano a serpeggiare in queste nostre contrade. Papa Gregorio mandò in aiuto di Pietro i frati Predicatori, i quali furon quì accolti nel monastero di S. Michele a Morfisa (1231), dove poi fondarono il primo convento del lor novello istituto. E lo stesso Pietro ebbe a ricevere nel suo piscopio il gran Pontefice Innocenzo IV, che qui cessò di vivere a’ 7 di dicembre del 1254, dopo d’aver conceduto, molti privilegi al capitolo metropolitano, tra i quali quello dell’uso della mitra, e dopo aver insignito il Sacro Collegio dei Cardinali del cappello rosso.
       Il Cappellano Maggiore, quì stabilitosi dacchè Carlo I d’Angiò fece Napoli principal sede del regno, cominciò ad ingrandire la sua giurisdizione per favore di Carlo II, e più la distese ne’ se-

     Celano — Vol. I. 42