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Capitolo con questa differenza, che la prima vi fa sopra

    posizione ed il viver comune tanto del secolare che regolare, la maggior vigilanza de’ prelati, ed in fine le zelantissime cure dei monaci venuti all’ammaestramento del clero nella morale e nelle lettere, migliorarono grandemente le condizioni della nostra Chiesa. Videsi allora riscaldato il cuor de’ fedeli di quell’amor religioso di che ardeva nel quarto secolo; ed ecco multiplicarsi le chiese ed i monasteri degli ordini de’ due grandi Patriarchi de’ monaci, e rinnovellarsi le tante pietose institnzioni de’ cittadini.
       Ma tanti favorevoli mutamenti ebbero assai corta durata, perchè scorsi appena sedici anni della seconda metà del secolo nono, Fozio, intruso Patriarca di Costantinopoli, volendo sostenersi nell’usurpata sede, pose il germe di quella divisione tra la Chiesa latina e la greca, che per mala ventura di quest’ultima, ebbe il suo intero compimento nel secolo undecimo, e trasse i Greci non solo in aperto scisma, ma eziandio in errori contra la Fede. La difformità de’dommi e di alcuni punti della disciplina, e la diversità del rito che la Chiesa greca andava insegnando in aperta opposizione della latina, l’ambizione patriarcale protetta dagli Imperatori e diretta ad insorgere contro il primato del Sommo Pontefice, furono tristissime cagioni di molti e gravi dissapori alla Chiesa Cattolica Romana, alla quale Napoli mantenne salda l’obbedienza, benchè avesse avuto in questi giorni chi parteggiasse co’ Saracini contra la causa del Papa! Per le grandi relazioni che la città aveva co’ Greci, eranvi, oltre il clero sei parrocchie anche greche, che duraron sino al decimoterzo secolo, ed intitolavansi S. Giorgio ad forum, S. Gennaro ad diaconiam, Ss. Giovanni e Paolo, S. Andrea ad Nidum, S. Maria Rotonda e S. Maria in Cosmodin; tutte presedute e governate da sei primiceri.
       Secondo alcuni scrittori fu Papa Giovanni XII che innalzò la Chiesa dì Napoli a sede Arcivescovile e Metropolitana, mentre la governava Niceta nell’anno 962 e l’ebbe fino al 1000. Le Chiese di Cuma e di Miseno erano suffraganee di Napoli sino al 1207, quando abolite per la distruzione di que’ paesi, furono aggregate alla nostra. Ed anche la sede di Aversa le fu per alcun tempo soggetta; ma seppe sottrarsene dopo clamorose controversie agitate nel governo dell’Arcivescovo Anselmo, e precisamente nell’anno 1198.