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Nell’anno poi 43 della nostra Redenzione essendo capitato per mare in Napoli il Principe degli Apostoli S. Pie-

    riferita dal Fabretti: (Inscript. c. VI p. 456.)

    P. Sufenati P.aF. PdL Myroni

    Equiti Romano Decu-

    Riali Scribarum Aedili-

    Um Curulium Luperco

    Laurenti Lavinati

    Fretriaco Neapoli Anti-

    Noiton Et Eunostidon De-

    Curioni IIII Viro Alba-

    Ni Longani Bovillen-

    Ses Decuriones Ob Me-

    Rita Ejus L. D. D. D.


       Non è da mettersi in dubbio aver questi Fratori preso un tal nome da Antinoo il famoso favorito d’Adriano, come troppo apertamente ne dice Sparziano (pag. 137) Graeci quidem, volente Hadriano, eum consecrarunt ec. E sì grande verso di lui fu l’affetto di questo Principe, che dopo morto, volle col suo nome edificargli una città nell’Egitto alle foci del Nilo. È da supporsi che molti tratti di beneficenza abbia dovuto campartire ai Napolitani, perchè indotti si fossero a compiacerlo nel far l’apoteosi del suo Antinoo, a cui tempio, statue, e simulacri furono eretti; attestando lo stesso Sparziano che: Campaniae oppida omnia beneficiis, et largitionibus sublevasse; cioè che tutta Terra di Lavoro ne fu con ogni sorta di doni e di benefizi rimeritata. Era dunque fama che quell’imperatore avesse fatto edificar in Napoli a quel giovane un magnifico tempio, di cui anche al presente qualche meschino avanzo si scorge, sul quale fu ne’ passati secoli innalzata la basilica al Santo fra tutti i Santi il maggiore, come attestano il Pontano, ed il ch. Fabio Giordano nostro storiografo patrio.
       Pare dunque che la Fratria dovea essere situata dove oggi dicesi S. Giovanni Maggiore. Fu tal basilica, come nota il Mazzarella, detta il Panteon, a simiglianza dell’altro fatto costruire in Alene; Comune Diis omnibus templum e del Romano dalle stesse