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marmo, che fu trovato, in occasione di cavar la terra, per far le fondamenta d’una casa, che così diceva:

Imp, Caesar. Divi. F. Augustus.
Pontifex. Max, Cons. XIII.
Tribunicia. Potestate. XXXII.
Imp. XVI. Pater. Patriae.
Murum. Torresque. Refecit.

Ma questo marmo oggi vedesi disperso. La terza fu in tempo di Trajano; benchè non si possa


    tore, poggiata ad autorevoli chiarimenti, come quella che mira ad illustrare il più difficoltoso punto della nostra patria storia, cioè dell’antico sito di Napoli e di Palepoli.
       Non havvi, egli dice, nell’antica storia e nella topografia delle nostre contrade punto più controverso, e che presenti maggiori difficoltà ed incertezze, quanto la rispettiva situazione di Napoli e Palepoli nel terzo secolo innanzi l’era volgare. La poco particolarizzata narrazione di Livio, il solo degli antichi storici che di Palepoli faccia menzione, la mancanza di amichi monumenti ad essa spettanti, i quali avrebbero potuto con qualche fondamento indicarcene il sito, ed i tanti sconvolgimenti, cui, per opra specialmente del vicino Vulcano, il nostro littorale è andato soggetto, hanno resa assai malagevole una tale investigazione, ed han fatto sì, che i moderni scrittori, scissi in diversi sentimenti, chi in un sito e chi in un altro han voluto collocare quell’antica città. Nè è mancato pure chi per uscir d’impaccio ha opinato doversi emendare in qualche parte il testo dello storico Padovano; e chi, credendo scorgere nel racconto del medesimo alcune contradizioni, ne ha voluto per fino negare l’esistenza. Ciò non pertanto non potendosi senza un importuno scetticismo smentire l’autorità di uno scrittore comparativamente a noi assai vicino ai tempi di cui narra i fatti; nè poggiando dall’altra parte la correzione proposta dal Martorelli e dal Vargas sopra il confronto di codici antichi e più corretti, si è ormai, dopo lunghe ed ostinate dispute, convenuto nel fissare il sito controverso di Palepoli all’oriente dell’antica Napoli. Or que-