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tuisce dal Signor Vicerè, e presiede: si tratta dell’an-

    leggi, senza provvide consuetudini, le opere pubbliche eran poche, particolari, non necessarie, d’utile non al comune, ma a’ reggitori di esso; unica e soia la strada di Roma. La beneficenza, nelle cui opere i Napolitani non han pari nelle civili comunanze, era tutta, non che municipale, ma vorremmo dir quasi individuale, perchè menata innanzi da particolari ordini di persone con benefizi di privali: sol questa non valsero ad impoverire i Vicerè, i quali con nuovi tributi, donativi e gravezze di ogni maniera, pensato a sè ed a’ loro, ogni anno spedivano i tesori di Napoli per alimentar le guerre, a cui soprattutto i più tristi Napolitani avevan parte. Imperocchè, per levar soldati, non usandosi la via della sorte, raccoglievansi condannati, prigionieri, vagabondi ed uomini sedotti ed obbligati dall’arbitrio de’ Baroni: così i pessimi, allogati nel più nobile officio di cittadini, mandavansi via a guerreggiare in Italia e in Ispagna, intanto che qui milizie straniere ai danni dell’ordin civile crescevano le offese al pubblico costume: laonde mancando leggi, usi, esercizi, tradizione, fama, sentimento di sè, il nome di milizia, tenuto già in grandissimo onore, era doloroso ed abborrito.
       Ristorazione della Monarchia-Borboni. Eccoci finalmente all’epoca avventurosa di quella fondamentale riorganizzazione che formando l’indipendenza dell’antica Monarchia di Ruggiero, venne a dare termine alle tribolazioni delle Sicilie. Null’altro fin qui abbiam narrato che corte prosperità, lunghi disastri, ed altre vicissitudini strane abbastanza d’un’acerba fortuna, che troppo misera fecero la condizione degli avi nostri. Laonde, dopo tante romorose volubilità d’accidenti per variato dominio, fia utile epilogare in brevi concetti quali fossero i progressi della civiltà nell’anno 1734 allorchè l’immortale Carlo III assicurava il conquisto della meridionale parte d’Italia.
       Per la confusione de’ codici era la giustizia nella sostanza e nelle forme sagrificata. A misura che le leggi perdevano d’autorità, la pubblica morale s’affievoliva. Nella magistratura quasi sempre prevalevan gli arbitrii; i ricchi per la loro proprietà, i poveri per la loro salvezza tremavano; i popoli dovunque amareggiati per capricciosi perdoni e per arbitrarii castighi. Le migliori leggi erano