Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/227


— 229 —

con l’Eletto del popolo s’uniscono in un luogo dentro del

    fa uopo al Guisa che corresse ad opporsi fuori di Napoli. Ciò era quello che volevano i vicereali; imperocchè, assalito i quartieri della città con grande vigore, il popolo fu obbligato a dileggiare da’ siti affortificati, e dove credeva che gli fosse rimase il baloardo del Carmine, Gennaro Annese, stato fin qui anima e consiglio della rivolta, lo cedette traditevolmente nelle mani di D. Giovanni. N’ebbe in compenso la forca, insieme con Luigi Ferro, altro capoparte popolano, che indarno aveva tentato di aiutar la fortuna del Duca di Guisa, costretto a fuggir del reame. Così per que’ subiti cangiamenti che sogliono avvenir nelle umane cose, questa rivoluzione, che, sorta quasi improvvisamente, era durata nove mesi, ebbe fine in poche ore, dopo di aver prodotto orridi mali per feroci e sanguinose discordie nella città.
       Duravano ancora i funesti effetti del popolar tumulto quando al 1656 in Napoli fu una crudel pestilenza. La portarono i soldati spagnuoli venuti su una nave di Sardegna, i quali, pigliato qui pratica senza alcun provvedimento, la sparsero ne’ luoghi bassi della marina, il morbo si diffuse con ispaventevole rapidità e forza; la città fu piena di morti; cadaveri nelle case, nelle strade, ne’ monasteri; mancavano il tempo e le braccia all’opera del seppellire, e le vie, una volta usate e percorse da numerosa popolazione, erano ingombrate dall’erba. Vuolsi che Napoli avesse perduto in quella memorabile pestilenza meglio che trecentocinquantamila abitanti.
       Il Cardinal d’Aragona, ultimo Vicerè di Filippo, tornava in Ispagna a far parte del consiglio di reggenza alla morte del Re, a cui succedeva nel 1665 Carlo II nell’età di quattro anni, il quale negli altri trentacinque che gli avanzarono di vita mandò in Napoli sette Vicerè, che furono D. Pietro Antonio d’Aragona, D. Federico di Toledo, D. Antonio Alvarez, D. Ferrante Foxardo, D. Gaspare de Haro, D. Francesco Benavides e D. Luigi della Zerda, ed un Luogotenente nominato D. Girolamo Colonna, Era l ultimo Vicerè nel reggimento dello Stato, quando succedette a Carlo per testamento il nipote di Luigi XIV, Filippo Duca d’Angiò, secondo nato dell’erede di Francia. Ma contrastando il trono a Filippo, che fu quarto tra noi, l’Imperator Leopoldo, si ap-