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quale n’elegge uno, e s’elegge per sei mesi; ma per lo

    multi forieri di convulsioni e di maggiori perturbamenti a noi derivarono. A far compiuta questa ingrata descrizione è forza aggiungere, che la nobiltà trovossi avvilita nel consorzio di coloro che nuovi titoli di Barone, di Conte, di Duca, di Principe avevano comperato; i seguaci delle parti Sveva, Angioina ed Aragonese ammiseriti e spogliati; ben pochi rimessi negli antichi loro possessi, erano in molte guise travagliati ed afflitti. Così per circa quarantasette lustri da Ferdinando il Cattolico a Carlo VI Imperadore, le province di qua e di là del Faro, ora più, ora meno infelicemente furono governate, e ridotte a tale, che della prisca civiltà loro non potevano senza lagrime ricordarsi.
       Narriamo frattanto di volo i più memorabili avvenimenti. Da Gonsalvo da Cordova, nominato da Ferdinando il Cattolico, sino a Giulio Visconti, cacciato dalle armi di Carlo Borbone, Napoli fu governata da quaranta Vicerè e venti Luogotenenti, i quali ci vennero or da Sovrani Austro-Spagnuoli, or da Spagnuoli, ed or da Austriaci. Sotto il nominato Ferdinando amministrarono le cose del reame dal 1502 al 1513 il Cordova, i Ripacorsa, il Guevara Viceré, il Remolines ed il Villamarino, Luogotenenti. Il Cordova, partito dinanzi per le guerre d’Italia, era qui ritornato allora che Carlo V assunse il supremo potere in luogo di sua madre Giovanna la Pazza, unica figliuola del Re Cattolico, maritata all’Arciduca Filippo. Nelle guerresche imprese di questo famoso Monarca, Napoli, tuttochè sprovveduta di armi, mandò pure alla gran giornata di Pavia una schiera de’ suoi, capitanata da Alfonso d’Avalos, la qual penetrando dove la mischia era più folta e sanguinosa, affrontò con impeto i cavalieri di Francesco l, e non cessò di menar furiosamente le mani, sinchè non costrinse alla resa quel celebre Re che fu cinto cavaliere dal Baiardo.
       Quattro Vicerè, ed altrettanti luogotenenti novera l’Impero di Carlo, dal 1514 al 1535. I primi sono il Lanoia, il Moncada, l’Orange, il Toledo; gli altri il Colonna, il Carafa, un altro Toledo ed il Pacecco. Fra di essi solo del terzo e del quarto rimasero i nomi congiunti a memorabili vicende della nostra città. Il Re di Francia, che mai non ristava dal pretendere il reame di Napoli, collegatosi coll’Inghilterra e con Venezia, ed intimato nuova