Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/219


— 221 —

ballottare a voti secreti, e tutti quelli che hanno voti a sufficienza, si bussolano, e se ne cavano sei.

    non contenuto negli antichi termini, per ciò che la nuova dinastia, sollecita di procurarsi universal favore, largì loro nuovi poteri, sino alla giurisdizione criminale, e li decorò con nuovi titoli ed onori. Il popolo napolitano ottenne molte grazie ed assai privilegi, di che fu messo insieme un volume. Tutte le imposizioni si strinsero ad un annuo tributo di un ducato per ciascuna famiglia, ed Alfonso impose a sè ed ai suoi successori di tenere udienza ogni venerdì esclusivamente per udire un avvocato, nominato per difendere i poveri. Nondimeno l’arbitrio de’ successori d’Alfonso non tenne ragione degli antichi ordinamenti. I nostri Sedili si ridussero a manifestazioni di vanità per le famiglie nobili, che ne aumentarono il numero, e per le genti di mercatura, le quali, perchè vivevansi splendidamente e secondo le usanze patrizie, furon nobili dichiarate. Ciò produsse una gara, tanto più perniciosa, quanto le guerre continue più obbligando i Re ad imporre nuove tasse, il peso ricadeva su le non grandi fortune; onde la rovina e la povertà degli ordini mezzani de’ cittadini, i quali, già dimentichi dell’età ducale, miravano con indifferenza lo scadimento della monarchia. La quale si dee ben dire che costituisce un fatto importante nella storia di queste contrade. Le due Sicilie, e spezialmente il reame di Puglia, furon dette per eccellenza il Regno, tanto ebbonle in pregio i dominatori di Europa, e tale presero superiorità sopra gli altri Stati della penisola. Ma appunto questo pregio fu alimento alle disastrose vicende della Monarchia, destando la cupidigia di genti forestiere, che in ogni modo con arti e con armi se ne contrastarono avidamente il possesso. Se apparve gloriosa e potente sotto i primi Re, la stessa altezza delle sue condizioni la spinse in decadimento, perocchè le grandi fortune sempre mossero il sospetto e la gelosia de’ potenti vicini. Le quali cagioni si fecero più operose, quando le sfrenate lussurie, l’avidità, le esigenze in alti e splendidi vizi si congiunsero con la povertà dell’ingegno e delle doti più necessarie al reggimento delle Stato: e con ciò non fecero poca somma i saccheggi, le violenze, l’esser sottentrate alle milizie cittadine le mal fide e rapaci compagnie di ventura, la nessuna difesa e il difetto de’ mezzi a provvedervi.