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Ognuno di questi elettori nomina uno, e questi hassi a

    tra gli Spagnuoli e Francesi confinanti, e come, dopo il celebrato combattimento fra’ tredici cavalieri di Francia e gli altrettanti d’Italia, nella pianura di Quarata, Gonsalvo da Cordova cacciasse i Francesi dal reame, riunendo le due Sicilie sotto la signoria di Ferdinando il Cattolico nel 1503
       Il quale, nel 1506 entrato in Napoli con grandi speranze del popolo, vi tenne un parlamento di Baroni e deputati delle città regie, confermando i privilegi e le grazie de’ passati Re. Ma ciò si ridusse a semplici e benigne parole, ed i Napolitani le sopportarono mancanti di effetto; pure produssero mala aspettazione; dimodochè se eglino ancor si tacquero quando il Re alle antiche imposizioni sovrimpose nuove gravezze, si levarono a grandissimo tumulto allorchè volendo quegli introdurre l’ecclesiastica Corte della Sacra Censura, cacciaron furiosamente il grande inquisitore oltre ai confini; e non si sarebbero racquetati, se Ferdinando non avesse innanzi al popolo solennemente promesso di non rimenar mai più nel reame quel tribunale, contro i cui tentativi nominò una commessione che ancor durava nel 1793.
       Il tempo Aragonese segna un periodo di splendore per le scienze, le lettere e le arti, di che abbiam già fatto parola. Alfonso il Magnanimo tenne presso di sè un adiutorio, o Consiglio, composto de’ maggiori giureconsulti dell’età, col nome di Regia Udienza, e con essi proponeva e dettava leggi, rispondeva alle domande de’ sudditi e determinava le controversie di più alta importanza. Ricomponeva l’amministrazione della giustizia, istituendo il tribunale del Sacro Regio Consiglio per le supreme appellazioni: la qual corte ebbe tanta estimazione di giustizia e sapienza legislativa, che ad essa, come volle il Re, appeliavasi da lutti gli Stati che in Ispagna ed in Italia obbedivano a lui; le sue decisioni si tennero come canoni di leggi, e furono non pur rispettate, ma usate per testo ne’ maggiori tribunali di Europa. Ancora, fu meglio ordinata con nuovi regolamenti la gran corte della Vicaria, e si vollero riuniti in uno, e retti da maestri ragionieri, i tribunali della Regia Camera e della Zecca; finalmente si videro sorgere i tribunali particolari per l’arte della seta e della lana, a cui si diede grande incremento. Il numero de’ Baroni crebbe oltremodo, ma