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ni, e da dieci cittadini consultori; ed a questi presiede l’Eletto.

    e riponevano le spade, il canuto guerriero con Re Carlo e la terza banda, non mai entrata in conflitto, piombarono sopra di loro, e, sbaragliandoli alla sprovveduta, ne fecero orribile macello. Nella terra di Astura, un Frangipani scoprì Corradino, il Duca d’Austria ed altri baroni tedeschi, in abito di contadini, e, obbligatili a rendersi nelle sue mani, ne presentò il Re: il quale, dopo due mesi di prigionia, li fece condannare a morte per una sentenza che fu sottoscritta da un solo giudice. Qui nella piazza di Mercato a’ 26 ottobre del 1268 sì elevò con lugubre pompa il palco della giustizia; e sopra di esso Corradino vide decapitare il nobil suo zio, e non si tenne dal raccoglierne il teschio sanguinoso dalle mani del carnefice, e dall’inondarlo di pianto; poi ricordandosi di Dio e della infelicissima madre in Alemagna, gittò il suo guanto al popolo, e, adagiato il collo sul ceppo, fu partito in due. Il guanto fu raccolto da un Enrico Dapifero, il quale, mostratolo a Giovanni da Procida, medico e barone salernitano, lo recò da ultimo a D. Pietro di Castiglia, marito di Costanza, figliuola che fu di Re Manfredi. Il Procida era amantissimo de’ passati Re, e, insultato da un capitan di Francia nell’onore di sua famiglia, rivolse l’animo alla vendetta. Molto tempo errò sconosciuto per Sicilia, Italia, Costantinopoli e Spagna, accattando aiuto e buone disposizioni di volontà; ne’ suoi proponimenti entrò pure Niccolò III, al quale era vènuta in fastidio la preponderanza di Carlo nelle cose d’Italia; onde in modo maravigliosamente arcano, tutto fu pparecchiato allo scoppio della congiura contro gl’invasori francesi, come allora li chiamavano. Nella stessa ora di vespero, e nello stesso giorno della seconda festa di Pasqua dell’anno 1282, al terribile grido dell’astronomo Brunetti nella Romagna rispose in Sicilia il grido terribile di Giovanni da Procida, e nelle due contrade fu dato il segno della strage di tutti i Francesi.
       Quel tempo nota la prima divisione della monarchia tra Napoli, dove seguitarono a regnare gli Angioini, e Sicilia, in che presero a dominare gli Aragonesi. Nel 1284 Carlo II succedette al padre; ma rendutosi accorto dalle passate vicende, governò con

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