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Il primo fu detto Ruggiero, che principiò a regnare col titolo di Re nell’anno 1128 o, come altri vogliono, nel 1131

    vezze; ma queste ogni giorno crescevano, imponendo su le famiglie, su le abitazioni, su le strade, su le arti, su’ mestieri e su’ viveri tutti; queste gabelle s’imponevano a tempo, e poi si vendevano più volte, come perpetue. Divenne frequente l’uso de’ donativi. Rilevasi da’ monumenti e dagli scrittori sincroni che le somme riscosse da Ferdinando Cattolico fino a Filippo IV montarono a dugento cinquanta milioni di ducati, e ne’ tredici anni dal 1631 al 1644 furono estrani dal Regno intorno a cento milioni. Le amministrazioni di alcuni Luogotenenti Spagnuoli che furono meno crudeli come per esempio quella di Don Pietro di Toledo e di pochi altri, eran come que’ brevissimi riposi che la tortura lasciava ai condannati perchè più lungamente vivessero.
       Le condizioni di Napoli dopo che l’Angioino vi stabilì la sede del Regno furono se non peggiori, al certo eguali a quelle delle Province. Devi soltanto in compenso annoverare que’ vantaggi che la città dovea riconoscere dall’essere centro di un governo che, sebbene grave e non amato, pure si vedeva costretto ad aver più special cura di essa, appunto perchè sede del Regno. I Vicerè, lasciarono pure in Napoli molte memorie di edifizi e di strade; ma tutte queste opere vicereali non giovarono nè la giustizia nè la finanza. Mentre s’innalzavano archi, porte, fontane e obelischi, il popolo era caduto nell’estremo dell’avvilimento e della miseria, per la gravezza de’ tributi, i quali se sono indispensabili sostegni di ogni governo, debbono pure, non altrimenti de’ vapori che si sollevano dalla terra, ricadere sotto forma di benefica pioggia a ravvivare i campi ed a fecondarli. Ridotte a queste condizioni le cose interne del Regno; non è a dire che cosa divenisse il commercio esterno e la marineria napolitana: appariva manifesta in ogni provvedimento la piaga più crudele de’ governi, la incertezza de’ legislatori e delle leggi, imposte, rivocate e non eseguite. Si giunse a minacciar pena di morte per la estrazione delle derrate, si facevano venire dallo straniero i legni da costruzione, dimenticando i nostri boschi, si fermavano trattati con Algeri e con Tripoli, ma inutili trattati quando la bandiera non era rispettata e temuta; a stento potè nel 1509 armare sei galee per