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peradori; governandosi quasi a modo di repubblica, da

    terzo e’ sembra che Napoli si riconstituisca ed accomodi alle mutate condizioni, raccogliendo novella viriù per levarsi, e che il ricomposto ordine di cose tacitamente operi sulla nazione per dover poi fruittificare.
       Seconda età. Perchè il pensiero e la civiltà del medio evo eran dappertutto constituiti dagli stessi elementi, la sua letteratura fu in sostanza la stessa in ciascun popolo occidentale, con sola quella differenza che dalla varia combinazione di essi elementi o dalla preminenza di alcun tra loro potea provvenìre. Però dell’indole della nostra letteratura, come di quella che alla fin fine è comune a ciascun altra di quella età, non abbiamo a dir niente; e solo ragioneremo delle differenze arrecate dalle singolari vicende de’ nostri popoli, le quali in verità son grandi, e sole fanno nelle lettere quel tanto di proprio che vi si può ritrovare.
       Or tutte le differenze della civiltà de’ Napolitani, che poi fannosi quelle della lor letteratura ne’ mezzi tempi, noi pensiamo che si possan bene ridurre a quest’una, alla contrastata o disugual composizione del novello popolo seguitata dal nissun pregio o valore delle classi mezzane, Napoli sino a Ruggiero fu veramente un avanzo di vecchia società; scaduta certo e imbarberita per le sopravvenute prossime irruzioni de’ Goti, de’ Longobardi, de’ Saracini, ma non però mutatane e rigenerata: nè lo stabilimento della monarchia, rilegandola a’ circostanti paesi, ebbe più valore a ricomporvi e a farne emergere un giovane popolo. Per giunta le successive sciagure e la fugace prosperità nemmeno le consentirono di compor colle industrie e i traffichi un medio ordine di cittadini fra i grandi e la plebe, e gradatamente conferirgli pregio e gentilezza. Quanto al regno in generale, detto nuovo popolo neanche vi si potè ben comporre insieme e conformemente, perchè le invasioni non vi furon larghe, ma peculiari e poco salde, ed ebbero anche impedimento da’ luoghi rimasi a’ Greci, e dall’avvenimento di altri barbari. Inoltre, per molte cagioni che sarebbe lungo a discorrere, tra i dominatori e i soggetti tennesi più lungamente che nel resto d’Italia l’antica segregazione, tanto che quelli e questi male appresso formarono una gente sola. Venne poi la feudalità a deprimere cotesto qualsisia nuovo popolo, e se-