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ei ti appare un disinteresse, una riconoscenza, una fedeltà nell’amicizia, un amor continuo del vero e del retto; uno zelo per gli studi, una passione per la virtù, che ti fa amar l’autore e ti inanima il desiderio di somigliargli: oltre le epistole, scrisse molte orazioni, varie poesie greche e latine, ed il famoso panegirico al virtuoso Traiano; — lavori tutti che già a lui vivo altissimo nome procuravano; — eppure nelle sue opere il soverchio studio che vi pose ne forma la colpa: non v'è però chi gli nieghi una forza ed una sublimità ammirabile, ben superiore a quella ingannevole apparenza di maestria che in Seneca abbaglia i malaccorti. Quel che noi però dobbiamo cercare nell’opere sue sono le moltissime particolarità dei nostri paesi, e le prove di sue grandi liberalità. Moltissimo godeva egli delle deliziose ville del nostro lago, le quali offrono opportunità allo studio, alla pesca, alla caccia, qui traendo spesso dal tumulto di Roma a godere una invidiabil pace. Due ville, fra molte altre, gli erano carissime, l’una cui chiama Tragedia, che supponesi fosse sul promontorio di Bellagio, l’altra Comedia, non, come vuole alcuno, alla Pliniana, recente edifizio, ma piuttosto a Lenno in Tremezzina, ove si trovò un pavimento a mosaico, e si veggono anche oggidì colonne antiche sporgenti dall’acque, ed altre fattene estrarre nel 1845 per cura dei signori nobile Alessandro Lucini Passalacqua, ed ingegnere Luigi Carove.

Di sua liberalità chi potrà dire abbastanza? Dotò con cinquantamila sesterzi1 la figlia di Quintiliano: a Marziale, partente per la Spagna, gran somma fornì: a Romazio Firmo, concittadino e condiscepolo suo, decurione della provincia, trecentomila sesterzi per potersi far cavaliere: alla nutrice un terreno che ne valea centomila: a Cornelia Proba, illustre dama, che desiderava una villa sul lago, da lui ereditata, la fece vendere da un liberto a minor prezzo: sottentrò a tutti i debiti di un amico: molti servi affrancò, agli altri ancora lasciò il diritto di far testamento. — Oh bel-

  1. Il Sestertius o nummus valea da quindici centesimi austriaci: il Sestertium, mille volte di più.