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quelle che si presenterebbero al dissotto di Piacenza, dove il fiume oltre a che dal Ticino, trovasi ingrossato da altri grandi suoi tributari come il Lambro, il Tidone, la Trebbia. — Pure per quanto risulta dagli studi che furono fatti, anche in questo punto le difficoltà non sono insormontabili e la quistione trovasi ridotta nei termini d’una quistione di denaro.

Rimarcando che secondo l’articolo 23 della Conv. 14 marzo 1856, la metà delle spese per la costruzione di questo edificio, incombevano allo stato (Austriaco) si domanda se ora che questo stato è retto da un Governo Nazionale, non riuscirebbe umiliante per gli Italiani il sostare davanti a tale ostacolo mentre esistono il ponte di Colonia e quello di Pest? — La totalità delle spese preventivate, ammontando a circa una decina di millioni, si domanda se sia a farsi scrupolo d’incontrarne la metà in confronto a quella dei 40 millioni che si dicono allogati alla erezione di una muraglia chinese da Lonato al Po? — Il ponte di Piacenza, emulerebbe la grandezza delle opere Romane e vincendo l’ostacolo principale che separa fra loro i popoli Italiani e simboleggiando perfettamente i loro tentativi d’unione, raccoglie in sè gli estremi di una utilità eminente ed insieme quelli di un monumento nazionale degno di segnalare ai posteri l’incominciamento di una nuova era. — La sua costruzione del resto non è urgente e può benissimo attendere occasione propizia, poichè non si fece altrimenti per le grandi linee ferrate che mettono capo al Reno. — Le opere fortificatorie di cui sopra, oltre a che alquanto contestabili nella loro efficacia sono riprovate dalla precarietà delle circostanze. — Invertendo il posto delle due spese, si troverebbero forse meglio collocate.

Resta ora da esaminare la quistione sotto il punto di vista il più importante; quello che riguarda la difesa dello Stato.

Per questo è d’uopo considerare il paese nelle sue presentanee circostanze e rivolgere lo sguardo verso il suo lato più vulnerabile, ossia alla parte di frontiera orientale che è costituita dal corso del Mincio. Il breve andamento di questo fiume e le due piazze forti che lo appoggiano ne costituiscono una salda linea militare. Posta nelle nostre mani, avrebbe potuto formare un passabile contrapposto a quella parimenti bella dell’Adige coll’appoggio di Verona e di Legnago; ma l’una e l’altra, abbandonate al-