Pagina:Nota dell'ingegnere Filippo Bignami sulla Ferrovia da Milano a Piacenza.djvu/6

48 sulla ferrovia

quelli che si richiedono per le strade ferrate. La massa delle persone e delle cose trasportabili è sempre la base e sotto questo rapporto, come la linea diretta Milano-Lodi-Piacenza occupò sempre il primo rango nell’ordine delle strade comuni, possiede mezzi per mantenerlo nell’ordine di quelle ferrate.

Questa linea inoltre è il prolungamento naturale della Emilia che a quest’ora giunge a Bologna, dove confluiscono da una parte la Pio-Latina che dovrà riuscire a Roma ed al porto d’Ancona, dall’altra per la diramazione di Pistoia, la rete Toscana col porto di Livorno. Evitando per ora di addentrarci nelle indagini risguardanti i presumibili effetti delle mutate circostanze politiche e sorpassando pure come precoci quelle riferibili alla apertura del canale di Suez, ci limiteremo ad indicare ciò che è fatto costante dei tempi antichi e presenti, cioè che il trafico fra la zona Milano-Piacenza ed il Parmigiano, il Piacentino, il Modenese e la Romagna fu sempre assai vivo perfino nelle epoche in cui si incontravano barriere e balzelli ad ogni passo. Ragguardevoli masse di bestiami bovini e suini, di grani, di vini, provengono da quelle contrade verso le quali all’incontro si smaltiscono per la massima parte i latticini lavorati della Lombardia e molti dei prodotti dell’industria manifatturiera.

Dilungarci più oltre ed istituire un bilancio comparativo dei pregi economici presentati dalle due linee, sarebbe intempestivo, poichè esse sono rispettivamente indicate per una destinazione affatto differente; l’una potendo servire d’accessorio alla comunicazione diretta con Genova proposta per Vigevano, mentre l’altra è il natural veicolo di congiunzione fra la Lombardia e l’Italia Centrale. — Quel che importa che sia ben compreso, si è che le difficoltà di costruzione in entrambe le linee essendo poco dissimili e le condizioni economiche sulla linea diretta presentandosi distintamente favorevoli, i 40 chil. di maggior percorrenza della linea indiretta, si risolvono in una pura perdita a carico della Italia Centrale e della bassa Lombardia.

Quanto al passaggio del Po effettuato a Mezzana Corti, non vi ha dubbio ch’esso non riesca più facile che a Piacenza; ma è poi susseguito da quello del Ticino e per evitar questo passando al dissotto della sua foce, cioè a Stradella, le difficoltà s’incontrano naturalmente maggiori senza che perciò raggiungano il grado di