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dopo non solo tante promesse e tanti conforti, ma dopo un intervento armato in nostro favore, che la Francia imperiale indietreggi muta e neghittosa in faccia allo svolgimento del gran dramma da essa presso noi iniziato, coll’esempio storico di quanto le accadde nell’emergente olandese, di gran lunga meno importante dell’ardente questione italiana?

Le correnti attive e negative che si succedono nella politica di quel governo conviene spiegarle colle difficoltà di ogni genere contro cui deve lottare nello sviluppo della sua grande ed intelligente politica. Relativamente all’indipendenza, l’opinione pubblica in Francia ci è favorevole, non così però riguardo alla formazione di una forte potenza in Italia; e ciò per antichi pregiudizi ed inconsulte gelosie. Avvegnachè tutto abbia da guadagnare la Francia nella ricostituzione di un’Italia forte, rispettabile e rispettata, locchè non potrebbe mai aver luogo per mezzo di una federazione di molti piccoli Stati. L’Italia sarà sempre per indole, per costumi, per affetto, per interesse e per gratitudine la naturale alleata della Francia, e la geodetica costituzione politica di Europa accenna a rendere per dei secoli non solo utile, ma necessaria codesta alleanza. Il governo francese va a rilento, ma mira imperterrito, a mio avviso, al suo scopo senza lasciarsi rimorchiare dalle passioni e dalle tradizioni del passato, anche per ciò che ha tratto all’agitazione ultra cattolica. Per non illuderci teniamoci però sempre sull’avvertita a cagione precipuamente dell’instabilità negli ordini governativi e civili, che è carattere distintivo, ricordato persino da Annibale e da Cesare, di quella potentissima ed eroica nazione.