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diritti al governo de’ popoli a loro soggetti, dimodochè pochi temperamenti civili, a parte anche ogni altra considerazione d’interesse, che si adottassero dall’Austria, potrebbero a questa rendere benevole la Russia, che ora ripudia gl’infausti argomenti di governo della casa di Ausburgo. Nell’ordine dei fatti conviene por mente alla comunanza dei loro interessi per tutto ciò che ha tratto agli affari d’Oriente; comunanza modificata soltanto in parte dall’espansività dell’elemento Slavo, che fa capo all’Autocrate Russo.
In quanto alla Prussia, questa potenza che vuole, non vuole o non sa volere, nell’istesso tempo che osa, non osa od osando indietreggia, conviene che subisca — fosse anche suo malgrado — le decise tendenze dei popoli tedeschi ad unirsi in nazione forte e compatta sotto un solo scettro, ove non voglia irreparabilmente perdersi in un tempo più o meno vicino. La Casa dei Brandeburgo, se comprende gli interessi germanici nel loro vero senso nazionale, e se è sollecita dei proprii interessi dinastici, deve favoreggiare con ogni suo potere l’indipendenza e l’unità d’Italia. Egli è perciò che dal mio punto di vista — che ho ragione di ritenere giusto — la Francia e l’Italia non devono osteggiare in nessuna guisa la penosa elaborazione di quella dotta e generosa nazione per farsi una, grande e potente.
Grandi elementi di civiltà fervono ed anzi sono in pieno sviluppo fra quel popolo, sino dalle sue remote