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48 racconti fantastici

gendo il tesoro. Il ramarro vigila qui secondo l’uso immemorabile delle lucertole e dei draghi, questo ammasso d’oro del quale non sa che farne, e questi tre insigni parassiti sono venuti insieme per dividerselo. Se mi carico di tutto questo bottino, mentre essi dormono non mancherò di svegliare il ramarro, e poichè esso ha sempre gli occhi aperti, sveglierà questi miserabili, e avrei da fare colla lucertola, col boscaiolo, col fachiro e coll’uomo di legge, gente vicina alla preda e capaci di difenderla. La prudenza m’insegna che val meglio fingere di dormire vicino ad essi fino a quando sarà notte fatta, giacchè pare che essi si sian proposti di dormire sino a domattina; e allora approfitterò dell’oscurità per ucciderli ad uno ad uno con un buon colpo di kangiar. Questo luogo è cosi solitario che non temo di essere impedito domani nel trasporto di queste ricchezze; anzi mi riserbo anche di non partire senza avere fatto colazione con questo ramarro, la cui carne è molto delicata, da quel che ho inteso dire da mio padre. E s’addormentò alla sua volta, sognando assassinii, bottino e ramarri cotti sulla bragia.

Questa è la storia del Re delle Sabbie che era un ladro e che chiamiamo così per distinguerlo dagli altri.


CAPITOLO VI.

Il saggio Lokman.


L’indomani sopraggiunse nello stesso luogo il saggio Lokman, il filosofo ed il poeta; Lokman, l’amore degli umani, il precettore dei popoli e il consigliere dei re. Lokman che cercava sovente le solitudini più appartate per meditare sulla natura e su Dio. E Lokman camminava con passo tardo, perchè indebolito dalla grave età, avendo compiuti in quel giorno il trecentesimo anniversario della sua nascita. Lokman si fermò allo spettacolo, che offrivano allora i dintorni dell’albero del deserto, e riflettè un istante.

«Il quadro che la vostra bontà divina mostra a’ miei sguardi, esclamò egli finalmente, racchiude, o sublime Creatore di tutte le cose! ineffabili insegnamenti, e l’anima mia è oppressa, contemplandolo, dall’ammirazione per le lezioni che sgorgano dalle vostre opere e dalla compassione per gli insensati che non vi conoscono.

«Ecco un tesoro, come dicono gli uomini che al padrone è forse costato tante volte il riposo della monte e della coscienza.

«Ecco il kardouon che ha trovato queste monete d’oro e che illuminato dal debole istinto di cui avete provvista la sua specie, le ha prese per fette di radici seccate dal sole.