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IL SOGNO D’ORO
CAPITOLO I.
Il Kardouon
(Il Ramarro).
Il ramarro è come tutti sanno il più grazioso e il più furbo delle lucertole. Esso veste d’oro come un gran signore, ma è timido, modesto o vive solitario, il che lo fa credere un sapiente. Non ha mai fatto male ad alcuno e però tutti lo amano. Le fanciulle sono orgogliose quando passando, le guarda con occhi amorosi e giulivi, levando il collo azzurro cangiante al rubino tra le fenditure delle muraglie o facendo scintillare sotto i raggi del sole gli innumerevoli riflessi della meravigliosa stoffa di cui è abbigliato.
E si dicono: Non sei tu, ma io che il ramarro ora ha guardato ; son io che egli trova più bella e io sarò sua amante.
Il ramarro non vi pensa nemmeno. Il ramarro cerca qua e là delle buone radici per festeggiare i suoi camerata e godersela con essi su una pietra risplendente al pieno calore del mezzogiorno.
Un giorno il ramarro trovò nel deserto un tesoro consistente in monete ben conservate e graziose e pulite che si sarebbe creduto che balzassero allora di sotto al conio.
— Bontà divina! disse il ramarro: ecco se non m’inganno, una preziosa derrata che vien a proposito per l'inverno. Alla peggio devon essere fette di carote fresche e zuccherate che risvegliano sempre in me gli spiriti quando la solitudine m’annoia; sol che non ne vidi mai di cosi appetitose.
E il kardouon scivolò verso il suo tesoro, non direttamente perchè ciò non è suo costume, ma tracciando