Pagina:Nodier - Racconti Fantastici, 1890.djvu/35


tesoro delle fave, ecc. 35

Fave non aveva l’aria gran fatto spiritosa. Tesoro delle Fave arrossì; ma si rimise ben tosto.

— Stupisco, rispose modestamente, che una principessa tanto bella e press’a poco della mia statura abbia potuto stare in un cece.

— Mal a proposito, disprezzate il mio calesse, riprese Fior de’ Piselli. Quand’è aperto vi si viaggia comodissimamente; ed è un caso che non vi sia stato anche il mio grande scudiero, il mio elemosiniere, il mio governatore, il mio segretario dei decreti e due o tre delle mie ancelle. Amo però passeggiare sola, e questo capriccio mi valse l'accidente or ora accadutomi. Non so se in società avete incontrato mai il re dei Grilli, un tipo riconoscibilissimo alla sua maschera nera e pulita, come quella di Arlecchino, a due coma dritte e mobili e a certa sinfonia di pessimo gusto con cui usa accompagnare ogni minima parola. Il re dei Grilli mi faceva la grazia d’amarmi, egli non ignorava che la mia minorità scade oggi e che è uso delle principesse della mia casa di pigliar marito a dieci anni. Egli si è dunque trovato, secondo il solito sulla mia strada per importunarmi col baccano infernale delle sue risonanti dichiarazioni, ed io gli risposi come al solito chiudendomi le orecchie!

— Oh felicità! esclamò incantato Tesoro delle Fave, voi non sposerete il re dei Grilli!

— Io non lo sposerò, rispose Fior de’ Piselli con dignità. La mia scelta era fatta.

Appena gli fu nota la mia risoluzione, l’odioso Cri-Cri (è il nome di questo monarca) si slanciò con un salto sulla mia carrozza, come avesse voluto divorarla e ne fece brutalmente cadere il buffetto.

Maritati ora, mi disse, impertinente smorfiosa! maritati se puoi e se un marito ti può venire a cercare in questo equipaggio! Quanto a me fo caso del tuo reame e della tua mano quanto di un cece.

— Se mi poteste dire in qual buco si nasconde il re dei Grilli, esclamò furioso Tesoro delle Fave, l’avrei di già stanato col mio zappino e lo darei in vostra balia coi piedi e le mani legate. Pure comprendo la sua disperazione, aggiunse, lasciando cadere la sua fronte sulla mano. — Ma non pensate che è d’uopo ch’io vi accompagni fino ne’ vostri Stati per porvi al coperto dalle sue persecuzioni?

— Sarebbe necessario in fatti, magnanimo Tesoro delle Fave, se fossi lontano dalie mie frontiere, ma ecco la un campo di piselli muschiati dove io non conto che dei sudditi fedeli e a cui è interdetto ravvicinarsi al mio nemico.

Cosi dicendo battè la terra col piede e cadde sospesa