Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
24 | del fantastico in letteratura |
tare anzi il loro pensiero su una progressione immaginaria senza dubbio, ma che non è forse immaginaria più ilei vostro progresso materiale e la previsione della quale non è meno ben posta di quella dei tentativi del vostro perfezionamento sociale sotto la protezione della libertà da voi invocata! Dimenticate che tutti han ricevuto come voi nell’Europa vivente l’educazione d’Achille e che non siete i soli che abbian rotte le ossa e le vene del leone per succhiarne la midolla e beverne il sangue!
Che il mondo positivo vi appartenga irrevocabilmente è un fatto e senza dubbio un bene: ma rompete rompete questa catena vituperevole del mondo intellettuale con cui vi ostinate a legare il pensiero del poeta.
E molto tempo che abbiamo avuto ciascuno a nostra volta la nostra battaglia di Filippi; e molti non l’hanno aspettata, vel giuro, per convincersi che la verità non era che un sofisma e la virtù non era che un nome. Per costoro abbisogna una regione inaccessibile alle agitazioni tumultuose della folla per porvi il loro avvenire. Questa regione è la fede per quelli che credono, l’ideale per quelli che pensano e che amano meglio, a tutto compensare, l’illusione che il dubbio. E poi bisogna bene dopo tutto che il fantastico ci ritorni, qualunque sforzo si faccia per proscriverlo.
Ciò che si sradica più facilmente presso un popolo non sono le finzioni che lo conservano, ma sono le menzogne che lo divertono.