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della vita: essa immagina che sia uno stato di liberazione il giun- gere finalmente a por fine all'anarchia interna, ai turbamenti che risultano da quegli impulsi conti-ari. Forse non ci fu sinora nessuna ideologia più pericolosa, nessuno scandalo più grande in psf/chologicis di questa volontà del bene : con questo si fece crescere il tipo più ripugnante, l'uomo che non è libero, ij. tartufo ; si insegnò che bisogna esser tartufi per tro- varsi sulla vera strada che conduce a Dio, che la vita del tartufo è la sola che piaccia a Dio... E anche qui ha ancora ragione la vita, la vita che non sa separare la negazione dall'affermazione — : che cosa serve metter tutta la propria forza nel dichiarar che la guerra è cattiva, non voler nuocere, non voler dir di no? Si fa lo stesso la guerra ! Non si può fare altri- menti ! L'uomo buono che ha rinunciato al male, afflitto, come gli sembra desiderabile, da quella emiplegia della virtù, non cessa affatto di far la guerra, d'aver dei nemici, di dir di no, di agire nega- tivajnente. Il cristiano, per esempio, odia il « peccato » — e che cosa non chiama egli « peccato » ! Precisamente grazie a quella credenza in una opposizione morale fra il bene e il male, il mondo si è riem- pito per lui di cose detestabili che bisogna eternamente combattere. « L'uomo buono » si vede circondato dal male, incessantemente as- salito dal male, egli acuisce la sua vista e scopre tracce di male in tutto ciò che fa : e cosi finisce, come è logico, per considerare la natura come cattiva, l'uomo come corrotto, la bontà come uno stato di grazia (cioè come umanamente impossibile). In summa: egli nega la vita, egli capisce che il bene, in quanto è valore superiore, condanna la vita... Con ciò la sua ideologia del bene e del male dovrebbe parergli confutata. Ma non si confut-a una ma- lattia. E cosi concepisce un'a 1 1 r a vita! 147. L'azione di un uomo superiore è straordinariamente com- plessa nella sua motivazione : con qualunque parola del genere di « compassione «non si dice nulla. Ciò che vi è di più essen- ziale è il sentimento « chi sono io »? chi è l'altro, in rapporto a me? Giudizi di valore incessantemente attivi. 143. 1). La^f a 1 s i f i c a z i 0 n e della storia per principio, per far si che essa dia la prova della valutazione morale : -