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77 - cattivi, perchè, altrimenti, non si saprebbe esser buoni. Da dove viene dunque questo stato morboso, quella ideologia contro natura che rifiuta una doppia tendenza, che insegna come virtù suprema il possedere solo un mezzo valore? Da dove viene l'emiplegia della virtù, l'invenzione dell'uomo buono? Si esige dall'uomo che egli strappi da sè stesso quegli istinti che gli permettono di fare dell'op- posizione, di nuocere, di andare in collera, di esigere la vendetta... A questa snaturazione corrisponde allora quella concezione duali- stica di un essere puramente buono e di un essere puramente cat- tivo (Dio, lo spirito, l'uomo) riassumendo nel primo tutte le forze, le intenzioni e le condizioni positive e nell'ultimo tutte quelle ne- gative. Una simile concezione crede così di essere « idealista » : essa non dubita di aver fissato la meta dei desideri supremi nella conce- zione n del bene ». Quando ha raggiunto la sua vetta, immagina una condizione in cui tutto il male è annientato e in cui non restano veramente che gli esseri buoni. Essa non ammette neppure come cosa certa che in quella opposizione il bene e il male siano l'uno condizione dell'altro; essa vuole, invece, che il male scompaia e che il bene rimanga: l'uno ha il diritto di esistere, l'altro non do- vrebbe affatto esistere... Qual'è insomma l'essere che de- sidera qui? In tutti i tempi e sopratutto nell'epoca cristiana ci siamo dati molto da fare per ridurre l'uomo a questa semi-attività, che è « il bene » : anche oggi non mancano esseri deformati e indeboliti dalla chiesa, per i quali questa intenzione s'identifica coli' « umaniz- zazione » in generale, o colla volontà di « Dio » o colla « salute dell'anima ». Qui si esige come cosa essenziale che l'uomo non faccia il male, che in nessuna circostanza esso neccia o voglia nuocere. Mezzo per riuscire a questo : l'estirpazione di tutte le possibilità d'inimicizia, la soppressione degli istituti del risentimento, la <f pace dell'anima » quale male cronico. Questo modo di pensare, con cui viene educato un determinato tipo d'uomo, parte da una supposizione assurda: essa considera il bene e il male come realtà che si contradicono (non come valori complementari, il che corrisponderebbe alla realtà), essa consiglia di prendere il partito del bene, esige che l'uomo buono rinunci e resista al male, sino alle sue più profonde radici; con ciò essa nega veramente la vita che comprende in tutti i suoi istinti tanto l'affermazione quanto la negazione. E ben lungi dal compren- dere questo, essa sogna di ritornare alla totalità, all'unità, alla forza - 78 -