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nizzcizione » è sentita: nella maggiore pienezza, — nella scella più delicata, — nella distruzione e nel disprezzo della vita. 139. i /entiisia smo, la grande bramosia, le passioni della potenza, dell'amore della vendetta, del possesso: i moralisti vogliono estin- guerle, strapparle via, « purificare » l'anima da esse. La logica è questa: le cupidigie determinano spesso grandi distruzioni — quindi sono eattive, riprovevoli. L'uomo deve liberarsi da esse: altrimenti non può essere un uomo buono... La stessa logica dice : « se un membro ti dà scandalo strappalo. Nel caso speciale, in cui quel pericoloso provinciale ingenuo, il fondatore del cristianesimo, raccomandò ai suoi discepoli questa pra- tica, nel caso della irritabilità sessuale, segue, disgraziatamente, non solo che manca un membro, ma che il carattere dell'uomo non è p iù V 1 r i 1 e... Lo slesso si dica della pazzia morale che esige di estirpare le passioni invece di domarle. La loro conclusione è sempre : solo l'uomo eunuco è l'uomo buono. Questo miopismo e dannosissimo modo di pensare morale, anzicchè servirsi delle grandi sorgenti dell'anima, di quelle acque selvagge che spesso sgorgano cosi pericolose e travolgenti, e di economizzarle le vuole inaridire. l'iO. L'intolleranza della morale è un'espressione della debo- lezza dell'uomo: e^li ha paura della sua immoralità, egli deve rinnegare i suoi impulsi più forti perchè non sa utilizzarli. Così rimangono più a lungo non coltivati i tratti più fertili della terra: — manca la forza che qui potrebbe dominare... m. Vittoria sulle passioni? no, se questo significa inde- bolimento e annientamento di esse. Piuttosto metterle a pro- fitto: il che può voler dire tiranneggiarle lungamente (non solo considerate una per una, ma come comunità, razze ecc.) Infine si rida loro una libertà piena di fiducia : esse ci amano come buoni servi e vanno volenterosamente là dove il nostro « io » migliore vuole che vadano. — 75