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il suo ideale è di separare in modo divino il suo esse dal suo oìicrf/ri,
tutto ciò che egli fa deve esser fatto sub specie boni — un ideale
superiore, lontano, pieno di esigenze! un ideale divino.' E si dice
infatti che il moralista imita cosi un modello che è Dio stesso: Dio,
il più grande degli immoralisti dell'azione che ci sia, ma che non-
dimeno s'intende a rimaner ciò che egli è, i 1 buon Di o
125.
Golia virtù stessa non si fonda il dominio della virtù; colla
virtù si rinuncia alla potenza, si perde la volontà di potenza,
126
Con quali mezzi arriva una virtù alla po-
tenza? Proprio cogli stessi mezzi di un partito politico: la ca-
lunnia, il sospetto, lo scalzare le virtù che lottano nel senso opposto
e che possiedono già il potere, cambiando del loro nome di batte-
simo, persecuzione e scherno sistematico. Quindi: per inezzo
di pura «immoralità».
Come agisce un desiderio di fronte a se stesso per potersi
trasformare in virtù? Si sbattezza; nega sistematicamente le sue
intenzioni; si esercita a fraintendersi; si allea con le virtù esistenti
e riconosciute; ostenta inimicizia con gli avversari di queste virtù.
Se è possibile, bisogna acquistare la protezione di potenze sacre :
inebriare, entusiasmare; il tartufìsmo dell'idealismo : acquistarsi un
partito il quale o trionfa con esso o perisce.... diventare inco-
scienti, ingenui....
187.
La morale nella valutazione delle classi e
delle razze. Considerando che le passioni e gli istinti
fondamentali esprimono, in ogni razza e in ogni classe qual-
cosa delle condizioni di esistenza di esse (almeno delle condizioni in
cui esse sono vissute più lungamente) esigere che esse siano « vir-
tuose » vuol dire esigere:
che esse trasformino il loro carattere, cambino completamente
la loro natura e cancellino il loro passato;
che cessino di differenziarsi;
che si avvicinino per la somiglianza dei loro bisogni e delle
loro esigenze, — più esattamente, c h e esse periscano....
La volontà di u n a sola morale risulta dunque essere la ti-
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