![]() |
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. | ![]() |
I
— 44 —
simulata questa volontà di potere e che anche quell'odio e quel
disprezzo sono una manifestazione di quest'ultima. L'oppresso rico-
noscerebbe allora di essere sullo stesso terreno dell'op-
pressore e di non avere nessun privilegio, nessun rango supe-
riore all'altro.
Anzi, accade Top posto ! Niente nella vita ha valore all'infuori
del grado del potere, ammesso s'intende che la vita stessa sia la
volontà di potere. La morale proteggeva i diseredati contro il
nichilismo, prestando a ciascuno di essi un valore infinito, un
valore metafisico, collocandolo in un ordine che non corrispondeva
al potere terrestre, alla gerarchia terrestre: essa insegnava la sotto-
missione, l'umiltà, ecc. A m m e 1 1 e n d o che la credenza di
questa morale fosse distrutta, ne seguirebbe che i di-
seredati non avrebbero piìi il loro conforto e perirebbero.
Questo «perire» si presenta come una volontà di pe-
rire, come una scelta istintiva di ciò che necessariamente si deve
distruggere. Il sintomo di questa autodistruzione dei dise-
redati è l'autovivisezione, l'avvelenamento, l'ubriachezza, il roman-
ticismo, la necessitazione istintiva di quegli atti in seguito ai quali i
potenti divengono i loro nemici mortali (un preparare a sè
stessi, in certo modo, i propri carnefici); la volontà di distru-
zione quale volontà di un istinto ancora più profondo, dell'istinto
dell'auto-distruzione, della volontà di entrar nel nulla.
Il nichilismo è un sintomo del fatto che i diseredati non hanno
pili conforto, che essi distruggono per essere distrutti, che essi, libe-
rati dalla morale, non hanno più nessuna ragione di « rassegnarsi »,
che essi si pongono sul terreno del principio opposto e vogliono
il potere anche per loro, forzando i polenti ad essere i loro
carnefici. Questa è la forma Europea del buddismo, la negazione-
attiva, dopo che tutta l'esistenza ha perduto il suo « senso ».
Non bisogna credere che la miseria sia diventata maggiore :
anzi, al contrario! « Dio, la morale, la rassegnazione » erano rimedi
a gradi di miseria terribilmente bassi; il nichilismo attivo si
presenta in condizioni relativamente molto favorevoli. Il fatto stesso
di considerare la morale come oltrepassata, implica già un certo
grado di coltura intellettuale: e questa da parte sua indica un rela-
tivo benessere. Una certa stanchezza intellettuale spinta da una lun-
ga lotta di opinioni filosofiche, sino allo scetticismo disperato d i
fronte ad ogni filosofia, caratterizza ugualmente il livello, in nes-
sun modo inferiore, di quei nichilisti. Si pensi in quali condì-
— 45 -