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69.
Il ridare agli uomini il coraggio dei loro istinti naturali.
Il combattere la cattiva opinione che essi hanno in sè stessi (non dell’uomo considerato come individuo, ma dell’uomo come natura...)
TI togliere le contraddizioni delle cose, dopo aver compreso che siamo stati noi a mettercele.
Il sopprimere dall’esistenza ogni specie di idiosincrasia sociale (la colpa, il castigo, la giustizia, l’onestà, la libertà, l’amore, ecc.).
Progresso verso la «naturalità»: in tutte le questioni politiche anche nei rapporti che esistono fra i partiti, compresi i partiti mercantili o partiti d’operai o d’imprenditori: si tratta di una questione di potenza, bisogna chiedersi prima — «quel che si può» e solo in seguito ciò che si deve.
70.
Il capovolgimento dell’ordine di grado. — I pii falsari, i preti, diventano in mezzo a noi i Tschandalas: — occupano il posto dei ciarlatani, dei medicastri, dei falsari, degli stregoni; noi li consideriamo come corruttori della volontà, come i più grandi calunniatori che vogliono vendicarsi della vita, come i ribelli fra i non riusciti.
Della casta dei servi, dei Sudras, noi abbiamo fatto la nostra classe media, il nostro «popolo», la classe che ha nelle mani la decisione politica.
D’altra parte il Tschandala d’una volta sta in alto: in primo luogo i bestemmiatori, gl’immoralisti, gl’indipendenti di ogni specie, gli artisti, gli ebrei, i commedianti, — in ultima analisi tutte le classi più screditate della società.
Noi ci siamo elevati a esser considerati con onore, anzi siamo noi che determiniamo sulla terra l’onore, la «superiorità».... Noi tutti siamo oggi gli avvocati della vita. Noi altri immoralisti siamo oggi la potenza più forte: le altre grandi potenze hanno bisogno di noi.... noi costruiamo il mondo a nostra immagine.
Abbiamo trasportato l’idea del «Tschandala» ai preti, ai profeti dell’al di là ed alla società cristiana che da essi è derivata, comprendendo anche ciò che ha la stessa origine, i pessimisti, i nichilisti, i romantici della compassione, i delinquenti, i viziosi, — tutta la sfera in cui è stata immaginata l’idea di «Dio» come Salvatore.