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21 - passa, ma non ha mai incominciato a divenire, non ha mai cessato di passare — si conserva nelle due forme... Vive di se stesso: i suoi escrementi sono la sua nutrizione. L'ipotesi di un mondo creato non deve preoccuparci un solo istante. Il concetto « creare » è assolutamente indefinibile, inattua- bile; è ancora soltanto una parola, una parola rudimentale che data dai tempi della superstizione : con ima parola non si spiega nulla. L'ultimo tentativo di concepire un mondo ohe « comincia » è stato fatto recentemente parecchie volle, coll'aiuto di un processo logico — in primo luogo, come si può immaginare, con una segreta intenzione teologica. Nei nostri tempi si è voluto parecchie volte, trovare una contrad- dizione nel concetto dell'» infinità del tempo del mondo, nel pas- sato » [regressus in infinitum) : ed è stata trovata a costo, è vero, di confondere la lesta colla coda. Nulla mi può impedire di contare all'indietro, partendo da questo momento e di dire: « Non arriverò mai alla fine »; cosi come io posso contare dallo stesso momento, avanti fino all'infinito. Solamente quando io volessi fare lo sbaglio — e mi guarderei tene di farlo — di paragonare questo concetto corretto di un regressus in infìnitum con un concetto assoluta- mente irrealizzabile di im progressus finito, fino adesso, soltanto quando io stabilissi la direzione (avanti o indietro) come lo- gicamente indifferente, prenderei la testa — il momento d'adesso per la coda... Ho incontrato questa idea in pensatori piià antichi : ogni volta essa era determinata da altri pensieri nascosti ( — per lo più pensieri teologici, a favore del creator spiritus — ). Se il mondo potesse in qualche modo irrigidirsi, disseccarsi, perire, diventar nulla, o se po- tesse raggiungere uno stalo d'equilibrio, o se avesse quaJsiasi meta che racchiudesse in sè la durata, l'immutabilità, il definitivo (in una parola, parlando metafioainente : se il divenire potesse aver per fine l'essere o il nulla) questa condizione dovrebbe essere già realiz- zata. Ma essa non è realizzata: per conseguenza.... Questa è la sola certezza che possediamo per servire di correttivo a una quantità di ipotesi cosmiche, per se stesse possibili. Se, per esempio, il mecca- nismo non può sfuggire alla conseguenza di uno stato finale, quaJe Thomson glie l'ha tracciato, il meccanismo è con questo confutato. Se si P u ò immaginare il mondo come una grandezza determi- nata di forza e come un numero determinato di centri di forza — e ogni altra rappresentazione rimane indeterminata e quindi inuti-