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18 — propria forza di volontà... Vedere in questo ciò che distingue, non nel sapere, nella finezza, nell'arg'iizia. Bisogna imparare a tempo a comandare, così come ad obbedire. Bisogna imparare la modestia, il tatto nella modestia: cioè bi- sogna distinguere, onorare dove si è modesti, e anche con fiducia — distinguere, onorare. Che cosasi sconta più terribilmente? la propria modestia; iJ non aver ascoltato i propri, veri bisogni; il considerarsi da poco, mancanza di finezza d'udito per i propri istinti; — questa mancanza di rispetto verso di sè, si sconta con ogni specie di danni: salute, amicizia, benessere, orgoglio, serenità, libertà, fermezza, coraggio. Più tardi non ci si perdona mai questa mancanza d' egoismo genuino; la si considera come un'obbiezione, un dubbio circa resistènza d'un proprio vero io. 675. D'ora innanzi ci saranno favorevoli condizioni preliminari per vaste formazioni di dominio, come mai ce ne furono uguali. E que- sto non è quel che più importa: è la possibilità del sorgere di legami di Tazza internazionali che si pongono il compito di educare e di fare salire in alto una razza di padroni, i futuri « padroni della terra » — una aristocrazia nuova, enorme, costruita sulla più dura legislazione di sè in cui vien data la durata di migliaia d'anni alla volontà di uomini potenti a me<ntalilà filosofica e di tiranni artisti : — una specie suiperiore d'uomini che grazie al loro predominio di vo- lere, di sapere, di ricchezza e d'influsso, si servono dell'Europa de- mocratica come del loro strumento più arrendevole e più mobile, per avere nelle mani le sorti della terra, per foggiare persino « uomini » come artisti. Basta, viene il tempo in cui l'uomo politico cambierà 'e sue idee sulla politica. 676. Noi pochi 0 molti che osiamo vivere di nuovo in un mondo spo- glio di morale, noi pagani secondo la fede, siamo pro- babilmente i primi che intendiamo che cosa sia una fede pa- gana: doversi raflìgurare degli esseri superiori all'uomo, ma a 1 d^i là del bene e del male: dover apprezzare tutto l'essere superiore anche quale essere immorale. Crediamo all'olimpo e non al « crocifisso ». 677. L'inganno di .Apollo: l'e t e r n i t à della bella forma : la - 3