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è antibiologico, è esso stesso un parto della « dècadence » dimtó^ta.,. ^
La vita è una conseguenza della guerra, la società sfe!ÌSa è ;^gP
mezzo per la guerra.... ( ^ ^
Il signor Herbert Spencer, come biologo, è un dèchi^pj e lo _ ^
è anche come moralista (egli vede nella vittoria dell'altruis
cosa di desiderabile! !!)
55.
Evoluzione del pessimismo verso il nichilismo. Snatu-
razione dei valori. Scolastica dei valori.
I valori isolati e idealizzati, invece di guidare e di dominare
l'azione si rivolgono contro l'azione, condannandola.
Contraddizioni inserite in luogo di gradi e di ordini naturali.
Odio della gerarchia.
Le contraddizioni corrispondono a un'epoca plebea, perchè sono
più facilmente afferrabili.
II mondo «riprovato» di fronte a un mondo edificato arti-
ficialmente, ad un mondo « vero » pieno di « valore ».
Finalmente si scopre con quale materiale si è edificato il « vero
mondo » : ci si accorge che rimane soltanto il « mondo riprovato » e
si addebita ad esso questa suprema delusione.
Con questo ci si trova di fronte al nichilismo: si sono con-
servati i valori direttivi e niente altro. Qui sorge il problema
della forza e della debolezza.
1) I deboli vi s'infrangono.
2) I più forti distruggon ciò che non s'infrange.
3) I fortissimi superano i valori direttivi.
Tutto questo riunito costituisce l'epoca tra-
gica.
56.
Il pessimismo delle nature energiche.
« A che scopo? » dopo una lotta terribile, persino dopo la vitto-
ria. C'è qualcosa cento volte più importante che il sapere se ci tro-
viamo bene o male: è l'istinto fondamentale di tutte le nature forti.
In breve l'avere una meta per la quale non si esita a fare dei sacri-
fici u m a n i, ad esporsi ad ogni pericolo, a prendere su di sè ogni
male od ogni peggior male — la grande passione.
57.
La preponderanza del dolore sulla gioia oppure l'opposto
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