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- 310 - Ad alcuni può infatti riuscire di sfuggire: la traccia di tali de- viati € della loro cattiva coscienza si può seguire attraverso tutta la storia. Per lo più, però, a questi uomini del destino, venne quel- l'ora liberatrice, quell'ora dell'autunno della maturità, in cud essi dovettero fare quello che una volta non « vollero » : e l'azione che essi prima avevano temuto più che ogni altra cosa, cadde a loro facile e non voluta dall'albero, come un'azione senza volontà pro- pria, quasi come un dono. 664. Supposto che s'immagini un filosofo come un grande educatore, abbastanza pótente da elevare a sè, da una solitaria altezza, lunghe catene di generazioni, bisogna anche permettergli gl'inquietanti pri- vilegi del grande educatore. Un educatore non dice mai ciò che egli pensa, ma sempre soltanto ciò che egli pensa di una cosa in rap- porto all'utile di colui che egli educa: egli non deve essere indo- vinato in questo suo infingimento: fa parte della sua maestria che si creda alla sua sincerità. Deve essere capace di tutti i mezzi di educazione e di correzione : egli spinge innanzi certe nature soltanto con colpi di fiTusla : altre pigre, irresolute, vili, ambiziose forse con una lode esagerata. Un tale educatore è al di là del bene e del male, ma nessuno deve saperlo. 665. Un modo di pensare e una dottrina pessimista, un nichilismo estatico può, in certi casi, essere proprio indispensabile al filosofo: come una potente pressione e un martello con cui egli rompe e spazza via razze degenerate e morenti per preparare la via a un nuovo ordine della vita o per dare il bisogno della fine a ciò che è corrotto e che vuol morire. 666. La suprema lotta: per questa occorre una nuova arma . M martello: provocare una terribile decisione, porre l'Europa di- nanzi alla volontà coerente della distruzione. Impedire il divenir mediocri: meglio ancora la distruzione! 667. Come giungono gli uomini a una gran forza e ad un gran eom- - 3