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303 - 645. Le stesse condizioni che promuovono lo sviluppo dell'animai* da gregge, promuovono anche lo sviluppo dell'animale che guida. 646. Questo ho compreso : se si fosse fatto dipendwe il sorgere degli uomini grandi e rari dall'acoettazione dei molti (sottinteso che que- sti sapessero quali qualità appartengono alla grandezza e spe- cialmente a costo di chi si sviluppa ogni grandezza) — non ci sa- rebbe mai stato un uomo importante. 11 fatto che l'andamento delle cose prende la propria via i nd i- pendentementedal consenso dei più è la ragione per cui qual- cosa di stupefacente è furtivamente venuto sulla terra. 647. Non render gli uomini « migliori », non parlar loro in qualche modo di morale, come se fosse data una « morale in sè » o una spe- cie ideale d'uomo : ma creare condizioni in cui siano ne- cessari uomini più forti i quali, a loro volta, abbisognano di una morale e quindi abbiano una morale (più chiaramente una disciplina corporale-spirituale) che rende forti. Non lasciarsi sedurre dcL occhi azzurri o da seni turgidi: la grandezza dell'anima non ha nulla di roman- tico in sè. E purtroppo niente di amabile! 648. Chi riflette al modo in cui il tipo uomo può essere elevato sino alla sua maggiore magnificenza e potenza, intenderà come prima cosa che egli deve porsi al difuori della morale; poiché la morale era intesa essenzialmente all'opposto, cioè ad ostaxiolare o ad an- nientare quel meraviglioso sviluppo, là dove esso era in azione. E infatti un simile sviluppo consuma una tale enorme quantità di uomini al suo servizio, che è troppo naturale che esista un movi- mento opposto: le esistenze più deboli, più delicate e più mediocri debbono necessariamente formare un partito contro quella gloria di vita e di forza e perciò debl^ono acquistare un nuo- vo apprezzamento di sè, in grazia del quale, esse condannano e pos- sibilmente distruggono la vita in questa suprema pienezza. Alla — 3