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93 — eh« « io veglio» sta «io sono» (gli dei Greci). Gli dei barbari non esprimono nulla del piacere nella misura, — non sono nè semplici, nè leggeri, nè misurati. 620. Come il mondo aristocratico si scarifica e s'indebolisce da sè! In grazia dei suoi nobili istinti esso rinuncia ai suoi privilegi, e in gra- zia della sua cultura raffinata si interessa ai popolo, ai de'boli, ai poveri, alla poesia dei piccoli ecc. 621. Esiste soltanto la nobiltà di nascita, la nobiltà del sangue (non parlo qui della particella « di » e calendario di Gotha: intercalazione per gli asini). Dovunque si parla degli « aristocratici dello spirito » non mancano le ragioni per celare qualche cosa : è come si sa il motto preferito fra gli ebrei avari. Pertanto lo spirito solo non no- bilita: occorre prima qualcosa c h e nobiliti lo spirito. — Che cosa occorre dunque? Il sangue. 622. E' necessario ohe gli uomini superiori dichiarino guerra alla massa! La mediocrità si unisce dovunque per diventar padrona! Tutto quello che ammollisce, che rende miti, che mette in evidenza il « popolo » 0 « la femminilità » opera a favore del snifrage uni- l'ersel, cioè del dominio degli uomini inferiori. Ma noi vogliamo fare delle rappresaglie e vogliamo portare alla luce e citare in giu- dizio tutta questa confusione (che in Europa comincia col cristia- nesimo). 623. Il nuovo filosofo può sorgere soltanto in unione con una casta dominante, come la più alt-a spiritualizzazione di essa. La grande politica, il governo della t-erra è vicino : completa mancanza di principi a questo scopo. 624. La vera professione regale del filosofo (secondo l'espressione dell'AngJo-Sassone Alcuino) prava corrigere, et recta corroborare, et sancta svbli7nart'.