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64 — I doviziosi, quelli che donano, in opposizione a quelli che cer- cano, che bramano. 537. Un romantico è un artista che rende creatore il grande dispia- cere in se stesso — che guarda lontano da sè e dal suo mondo con- temporaneamente, che guarda indietro. 538. L'arte è una conseguenza dell'i nsufficienza di fronte al reale? Oppure è un'espressione della gratitudine della felicità goduta? Nel primo caso romanticismo, nel secondo aureotla e ditirambo (in una parola arte dell'apoteosi): anche Raffaello appar- tiene a quest'ultima, senonchè egli ebbe la falsità di idolatrare la apparenza della concezione cristiana del mondo. Era grato del- l'esistenza ogni qualvolta non si mostrava specificamente cristiana. Colla interpretazione morale il mondo diventa insopporta- bile. Il cristianesimo fu il tentativo di « vincere » il mondo, cioè di negarlo. In prassi un tale attentato della follia — un'insensata auto elevazione dell'uomo di fronte al mondo — condusse all'oscuramen- to, airimpicoiolimento, all'impoverimento dell'uomo : solo la specie di uomini più mediocre e piìi innocua, la specie-gregge trovò in esso il suo tornaconto, il suo avanzamento, se si vuole. Omero quale artista di apoteosi; anche Rubens. La musica non ha ancora avuto un simile artista. L'idealizzazione del grande delitto (del senso della sua grandiosità) è greca; il deprezzamento, la calunnia del pecca- tore, il renderlo spregevole è giudeo-cristiano. 539. Che cosa è romanticismo? In riguardo a tutti i valori estetici mi servo ora di questa distinzione fondamentale : io chiedo in ogni singolo caso : « E' la fame o l'abbondanza che è divenuta creatrice qui? » Sembrerebbe a tutta prima che un'altra distinziona fosse più raccomandabile — essa è di gran lunga più evidente e cioè la distinzione se l'aspirazione a diventar fìssi, a diventar eterni, ad « essere » è la causa del creare e se non lo sia invece l'aspirazione alla distruzione, al cambiamento, al divenire. Ma queste due specie di aspirazioni, se si guardano più profondamente, si dimo- - 2