Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/245

47 — dt?l mondo, oppure la doltrina del non valore dell'esistenza », oppure l'invito alla « rassegnazione » ( — oppure una purificazione passionale semimorale, semimedica, secondo Aristotile). Infine l'arte del terribile, in quanto eccita i nervi, può essere apprezzata come stimolante dai deboli e dagli esauriti : que- sta è oggi, per esempio, la ragione per cud si apprezza l'arte Wagne- riana. Quanto piij uno osa concedere alle cose il loro carattere ter- ribile e problematico, tanto più esso afferma un sentimento di benessere e di potenza; e così si mostra di non aver bi- bisogno alla fine di « soluzioni ». Questa specie di pessiimismo artistico è esattamente l'opposto del pessimismo morale e religioso che soffre della « corruzione » del- l' uomo, dell'enigma della vita: questo pessimismo vuole una solu- zione ad ogni costo, o almeno una speranza di soluzione... I malati, i disperati, quelli che non hanno fiducia in sè, i soffe- renti in una parola, hanno avuto bisogno in ogni tempo di incante- voli visioni per poter sopportare la vita (l'idea di « beatitudine » ha questa origine). Un caso affine: gli artisti della decadenza che sono in fondo dei nichilisti di fronte alla vita si rifugiano nella bellezza della forma, — nelle cose elette, in cui la natura è divenuta perfetta, in cui essa è indifferentemente grande e bella.... (r« amore del bello» può quindi essere qualcosa di diverso dalla facoltà di vedere una cosa bella, di creare il bello; può essere proprio l'espressione dell' incapacità di giun- gervi). Gli artisti che soggiogano, quelli che fanno risuonare un tono di consonanza, da ogni conflitto, sono quelli che beneficano anche le cose, colla loro propria potenza, colla loro redenzione personale : essi esprimono la loro più intima esperienza nel simbolismo di ogni ope- ra d'arte — creare, per essi, è riconoscenza verso il loro essere. La profondità dell'artista tragico consiste in ciò che il suo istinto estetico vede le conseguenze piìi lontane e non si ferma, con vista corta, alle cose più vicine, che egli afferma la economia in grande la quale giustifica ciò che è terri- bile, cattivo, problematico e non solo lo giustifica. 509. Quando i miei lettori saranno suffìcientement-e iniziati al fatto che anche il v buono » rappresenta nella grande rappresentazione com- plessiva della vita una forma dell'esaurimento, essi daranno onore — 2