Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/191

- Dna cosa sarebbe caratterizzata quando prima tutti gli esseri si fossero posti ed avessero risolto la domanda : che cosa è questo? Po- sto che mancasse un solo essere, con le sue proprie relazioni e pro- spettive a tutte le cose, la cosa sarebbe ancor sempre non « definita ». In breve : la natura di una cosa è anche solo una opinione sulla u cosa ». 0 piuttosto: il « ciò vale » è il proprio, « ciò è », l'unico « ciò è ». Non si può chiedere: «chi dunque interpreta?» L'interpretare stesso, come una forma della volontà di potenza, ha esistenza come un a f f e 1 1 0 (ma non come un « essere », bensì come un proces- so, un divenire). Il sorgere delle « cose » è in tutto e per tutto l'opera del perci- piente, pensante, volente, senziente. Lo stesso concetto, « cosa », come tutte le proprietà. — Lo slesso « soggetto » è qualcosa di formato, una « cosa » come tutte le altre : una semplificazione, per contrasse- gnare la forza, che pone, trova, pensa, come tale, a differenza di ogni altro singolo porre, trovare, pensare. Così la potenza desi- gnata distintamente di ogni singolo; in fondo l'agire raccolto in uno, in relazione all'agire che ancora si aspetta (agire e probabilità di un agire simile ). La putrida macchia del criticismo kantiano è divenuta a poco a i poco visibile agli occhi p'ù rozzi : Kant non aveva più diritto alla sua I ' distinzione di «fenomeno» e «cosa in sè», — egli stesso si era privato del diritto di distinguere ulteriormente in questa vecchia maniera, in quanto respingeva come illecita la conclusione dal feno- meno alla causa di esso, secondo la sua concezione della causalità e della validità purame.nte interfenomenale di essa : la quale concezione d altra parte presuppone quella distinzione, come se la « cosa in sè » s i a non conclusa, ma data. 393. E' troppo evidente che nè cose in sè possono trovarsi in rapporto scambievole di causa ed effetto, nè fenomeno con fenomeno, dal che viene che il concetto «causa ed eff'otto», in una filosofìa che crede nelle I cose in sè e nei fenomeni, n 0 n è a p p 1 i c a b i 1 e. L'errore di Kant. | ^7\/^j(fiJl^\ Realmente il concetto di « causa ed effetti » psicologicamente consi- derato, sorge soltanto da un modo di pensare che crede sempre e in generale ad un'azione della volontà sulla volontà, ~ che crede soltanto in ciò che vive e in fondo solo nelle «anime» (e non nelle cose). —