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75 - tre, a auatlro, a cinque). N 0 n vi sono nè cause nè effetti Ling-uisticament* non sappiamo liberarcene. Ma questo non impor- ta, Se io penso il muscolo separato dai suoi «effetti», io l'ho negato... In summa; un fatto non è nè causato nè causan- te. Causa è un potere di agire, aggiunto al fatto. L'interpretazione causale una delusione. Una « cosa » è la somma delle sue azioni collegata sinteticamente nel concetto, immaginazione. In realtcà la scienza ha spogliato dal suo contenuto il concetto di <>ausalità, e lo ha conservato solo come formula di equazione, per la quale in fondo è diventato indifferente, da qual parte sia la causa o l'effetto. Si afferma che in due staf complessi (costellazioni di forze) i quantitativi di foi'za rimangono uguali. La c alcol abilità di un fatto non consiste o nel se- guire una regola, c nell'obbedire a una necessità, proiettare in ogni fatto una legge di causa — ;essa sta nel ritorno di «casi identici)!. Non vi è, come crede Kant, un senso di causalità. Ci si meraviglia, si è mquieti, si vuole qualcosa di noto, sul quale ci si possa appoggiare.... ApiJena nel nuovo ci vien additato qualcosa di vecchio, noi siamo appagati. Il supposto istinto di causalità è sol- tanto il t i m 0 r e davanti a 1 1' i n c og n i t o, e il tentativo di scoprirvi qualcosa di conosciuto, — una ricerca non una causa, ma di qualcosa di noto. 360. In ogni giudizio si trova la fede int-era, piena, profonda nel sog- getto e nel predic-ato, o nella causa e nell'effetto (vale a dire come affermazione che ogni effetto sia un'attività e che ogni attività pre- supponga un agente); e quest'ultima fede è proprio soltanto un caso singolo della prima, cosicché la prima fede rimane come fondamen- tale: vi sono dei soggetti; tutto quanto accade si riferisce predica- tivamente a qualche soggetto. Osservo qualcosa e ne cerco una ragione: questo è primor- diale; cerco una intenzione e anzitutto qualcosa che ha l'intenzione, un soggetto, un agente: ogni divenire un agire, — per il passato si vedevano degli intenti in tutto il divenire; è questa la nostra abi- tudine più antica. La possiede anche l'animale? Non è esso, in quanto vivente costretto pure ad una interpretazione tolta da sé stesso? La