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68 — Per intendere la logica: la volontà di eguaglianza è volontà di po- tenza — la fede, che qualcosa sia così e cosi (l'essenza del giu- dizio) è la conseguenza di una volontà, clie debba essere più che sia possibile uguale. 341. ' La logica è legata alia condizione : posto che vi siano casi identici. Infatti, perchè si pensi e si concluda logica- \ mente, deve anzitutto essere immaginata questa condizione come effettiva. Ciò significa : la volontà di una verità logica può attuarsi solo quando siasi avuta una falsificazione fondamentale di/| tutto il divenire. Dal che deriva che qui domina un impulso, capace' di entrambi i mezzi, dapprima della falsificazione e poi della ese cuzione del suo punto di vista : la logica^ on procede dalla volontà del vero. 342. La distinzione logica, la chiarezza, come criterio di verità (" ofune itlud veruni es/, quod dare ci distincte percipitur » Descartes); con ciò la ipolesi meccanica del mondo è desiderabile e credibile. Ma questa è una rozza confusione : come il simplex sigillum veri.- Donde sappiamo noi che la vera costituzione delle cose stia in questo rapporto col nostro intelletto? — Non potrebbe essere altrimenti? che l'ipotesi che gli offre nel più alto grado sentimento di potenza e sicurezza, sia da esso massimamente preferita, pregiata, e per conseguenza considerata come vera? — L'intelletto pone !a sua capacità e il suo potere più libero e piij forte come criterio del maggior valore e quindi del vero ... « Vero »: dal lato del sentimento — : ciò che più fortemente lo eccita (« Io »); dal lato del pensiero — : ciò che gli dà il più grande sentimento di forza; dal Iato del tatto, della vista, dell udito — : ciò contro cui è da esercitare la più forte opposizione. Pertanto i più alti gradi dell'azione risvegliano per l'oggetto la fede nella sua «verità», cioè realtà. Il senti- mento della forza, della lotta, della opposizione, persuade a credere che vi è qualcosa a cui si resiste.